sabato 23 novembre 2019

Il mistero di Greta Garbo nel nuovo romanzo di Raffaele Lauro

Sorrento - Svelata la cover del nuovo romanzo biografico dello scrittore sorrentino Raffaele Lauro (www.raffaelelauro.it), in uscita nel 2020, elaborata dalla designer della GoldenGate Edizioni, Teresa Biagioli, sulla base di una foto storica: la prima immagine di Greta Garbo, scattata in Italia, dopo il ritiro, nel 1962, all’aeroporto di Ciampino, dal grande maestro fotografo Carlo Riccardi, amico personale di Federico Fellini, di Ennio Flaiano e di Toto’, oggi novantatreenne. Nel 1942, a soli trentasei anni, nel fulgore della sua bellezza fisica, della maturità artistica e del successo mondiale dei film, da lei interpretati, anche dopo l’avvento del sonoro, la Divina “per eccellenza”, Greta Garbo, si ritira improvvisamente e definitivamente dai set cinematografici di Hollywood. Non tradirà mai, fino alla morte (1990), a ottantacinque anni, l’opzione per la riservatezza, rifiutando nuove proposte anche da parte di grandi registi e rifuggendo per sempre i riflettori. Nessun biografo, dei tanti, tuttavia, è riuscito a espugnare le ragioni profonde, psicologiche, caratteriali, morali e ambientali, di una scelta, così radicale e senza rimpianti. Il Mistero Garbo. Ci prova lo scrittore Raffaele Lauro, indagando sul vissuto quotidiano della ex-diva, nell’appartamento di New York, tra le tele di Renoir, o nella dimora svedese, immersa nella natura; sulle amicizie intime, maschili e particolarmente femminili, foriere anche di scandali; sulle pratiche filosofiche orientali e, infine, sulle frequenti presenze, come ospite, in residenze nobiliari, su panfili miliardari o in dimore amene, come a Taormina, quasi sempre marine, vissute, queste ultime, in totale anonimato. Il lettore scopre, pian piano, l’altra Greta, la vera Greta, che ritorna alle origini, all’infanzia, alle pulsioni represse, alle malinconiche depressioni e all’amore per la solitudine, un amore mai tradito o svenduto in cambio di ipocrite operazioni coniugali di facciata. Una scelta di libertà, alla quale la Garbo non rinunzierà mai, pena rinunziare a se stessa. Così lo scrittore riesce a tessere, tramite la vicenda interiore di Greta, la sua tela autobiografica, il suo elogio. “L’elogio della solitudine”, inteso come suprema consapevolezza del proprio limite, di fronte all’Assoluto.

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