domenica 12 luglio 2020
L’appello di Monsignor Francesco Alfano rivolto agli imprenditori e ai politici nel tempo della Pandemia
Carissimi,
mi rivolgo a Voi in un momento molto delicato e difficile anche per il nostro territorio. Sono molte le famiglie che stanno soffrendo la crisi in atto a causa della pandemia e ancora di più quelle che sono prese dalla trepidazione pensando a cosa le aspetta nel prossimo futuro, a partire dal prossimo autunno che non sarà facile per nessuno. In queste ultime settimane si sono rivolti alle nostre comunità parrocchiali numerosi lavoratori in difficoltà. Io stesso ho ascoltato il dramma di diversi di loro: il dolore di lavoratori stagionali assunti part time ma costretti a lavorare full time, la sofferenza di chi è costretto ad accettare il lavoro sotto ricatto di non essere più richiamato se rifiuta, lo sguardo stanco e sfiduciato di chi deve subire orari disumani pur di non perdere il lavoro e portare così “il pane” a casa. La tentazione di pensare che in tempo di crisi bisogna ringraziare Dio se si lavora potrebbe essere diabolica: nessuno deve mai scendere a compromesso con il male e distruggere la speranza, che se condivisa ci rende umani e che fa crescere la società. Papa Francesco ci ha ricordato più volte che il lavoro è una forma di partecipazione e di responsabilità, fa fiorire la persona e la fa crescere nelle relazioni. Alla cultura dello scarto e alla mentalità dell’indifferenza il Papa esorta a rispondere con un sistema che “mette al centro la persona umana e non il dio denaro”.
Contro l’assistenzialismo l’unica via è quella di cercare “il lavoro utile per tutti”! Carissimi imprenditori, so che siete anche Voi provati dalle difficoltà della crisi economica. Apprezzo e incoraggio quanti tra di Voi si stanno interrogando per cercare vie nuove, a vantaggio di tutti, nessuno escluso: la Chiesa Vi è vicina e sostiene ogni sforzo per il bene di tutti, specie di quelli che sono più a rischio. Vi ricordo che in tempi eccezionali come quello che stiamo vivendo abbiamo tutti il dovere di restituire, almeno in parte, quanto abbiamo ricevuto dall’intera società in lunghi anni di sacrifici e impegno lavorativo il più delle volte eccellente. Oggi potete rendere, molto più che nel passato, le Vostre imprese una benedizione per il territorio, con effetti benefici sulla società. Non abbiate paura di mettere al centro la persona e non il dio denaro! Noi Vi siamo vicini. I sindacati con i quali occorrerà dialogare, pongano seria attenzione al mondo del lavoro in questa difficile fase della storia. I politici, per i quali su suggerimento di Papa Francesco preghiamo ogni giorno perché siano illuminati nelle scelte decisive che sono chiamati a fare, pongano in atto misure che rendano meno oneroso il costo del lavoro, senza cedere mai più a logiche clientelari e opportunistiche. I lavoratori non si sentano soli e abbandonati: “siamo tutti nella stessa barca”. Solo se proviamo a liberarci insieme dal peso della crisi economica cammineremo uniti verso un futuro nuovo e più giusto per tutti. Un sogno irrealizzabile? No, un dovere che spinge le nostre coscienze a preparare il futuro con coraggio. Per i credenti in Cristo, è l’inizio della profezia di Isaia (Is 58, 10-11) che si compie anche con il nostro convinto e generoso contributo: “Se aprirai il cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Il Signore ti guiderà sempre”!
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