Sorrento - Il comune di Sorrento chiama e l’Inps ancora non risponde. In gioco oltre 100 mila euro che potrebbero ricadere nel bilancio 2021 dell’Ente. Il motivo, un errore di interpretazione di chi ha calcolato la liquidazione dei dipendenti ex 285 andati in quiescenza nell’ultimo anno. In pratica chi ha operato i calcoli ha equiparato i dipendenti di Sorrento con tutti gli altri assunti nel 1979 con la legge 285 della regione Campania. Con una differenza sostanziale, i 48 lavoratori di Sorrento all’epoca hanno versato all’Inpdap confluito poi all’Inps, i contributi degli anni 1981/83 e non li hanno mai avuti liquidati, a differenza di tutti gli assunti in altri enti con la legge 285. Accortosi dell’errore del calcolo, tutti i dipendenti interessati hanno inviato, e protocollato, ripetute lettere, già 14 mesi fa, quando era al governo la giunta del sindaco Giuseppe Cuomo. Mail e lettere in cui si evidenziava questo errore e la necessità di chiarire le posizioni con l’Inps così da porvi rimedio. In pratica se ciò non dovesse avvenire gli anni mancanti nella buonuscita andrebbero a pesare nel bilancio del comune di Sorrento. Il sindaco Massimo Coppola appena insediato, e venuto a conoscenza del pericolo per l’Ente, ha attivato nei mesi scorsi l’assessore al personale, la dottoressa Rosa Persico, che ha da subito convocato responsabili comunali e sentito in rappresentanza di tutti gli ex dipendenti Antonino Fiorentino che, con lettere, tabulati e tutto ciò che serviva per chiarire l’errore, ha dimostrato la “distrazione” in cui era incorso chi aveva calcolato il Tfr (trattamento di fine lavoro) e i Ps (Indennità Premio di Servizio). Prima delle festività natalizie l’assessore Persico ha chiesto, con una lettera protocollata, ai responsabili dell’Inps di Napoli un incontro per chiarire la storia. Ma ancora attende la convocazione. Gli ex dipendenti hanno fatto notare all’assessore che tra pochi mesi scatteranno i primi provvedimenti dell’Inps e in mancanza di chiarezza, chiederanno le somme mancanti al Comune di Sorrento. Un rischio, in un momento davvero tragico come questo, che ha il sapore della beffa per l’Ente pubblico e la costernazione che in più di un anno non si sia risolata la storia
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