giovedì 5 gennaio 2023

«Gastronomia e cinema? Sono uniti dalla fantasia»

«Sorrento film & food festival» Gennaro Esposito premiato nel galà della neonata kermesse: “Un doppio onore. Sono cresciuto a pane e film imparando l’importanza di avere una propria visione” 

di Alessandra Farro da Il Mattino 

Sorrento - Gennaro Esposito, due stelle Michelin, chef della Torre del Saracino a Vico Equense, ora impegnato anche a Milano e a Firenze nei due ristoranti che portano il nome di Sophia Loren, verrà premiato stasera al teatro Amida nel «Gran galà delle stelle», clou della prima edizione del «Sorrento film & food festival» (ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili). I riconoscimenti le fanno ancora impressione, Esposito? «Vincere un premio ė sempre una soddisfazione, in questo caso è doppia. Io sono cresciuto in un cinema, ho cominciato a lavorare in una buvette nel cinema del mio paese. Mi sono nutrito di pane e film nei primi 7 anni della mia vita. E non ho mai smesso di vivere di cinema, che mi ha regalato la capacità di sognare e di immaginare. I film ci insegnano l’importanza della fantasia, di avere una propria visione. Io ho fatto della mia passione il mio lavoro, buona parte della mia cucina ruota intorno alla fantasia, alla capacità di immaginare qualcosa che sembra impossibile ma può essere realizzata grazie al sacrificio».


 

Che legame c’è tra cinema e cibo? Il cinema è spesso la rappresentazione fantastica di uno scenario che il regista immagina partendo da zero oppure prendendo spunto da un libro o ancora da una storia di vita vera, ma in tutti i casi una cosa è certa: c’è sempre del cibo, non c’ė film in cui non si mangia, non si beva, non ci si sieda a tavola. Ci sono così tante scene che mi vengono in mente pensando al cibo, raccontato in chiave sarcastica, comica ma anche neorealistica, e penso alla povertà narrata attraverso la scarsezza della tavola. Nella maggior parte dei casi, però, i film raccontano il cibo nella sua opulenza, come elemento centrale attorno a cui si sviluppano delle vicende: litigi familiari, lo sbocciare di un amore, un irresistibile desiderio sessuale. E, poi, c’è qualcosa in comune tra la cucina e il grande schermo: la capacità di emozionare nell'immediatezza, lasciando memorie importanti. Il Proust di Alla ricerca del tempo perduto ci ha consegnato il nostro passato in una madeleine: in quel morso rivive tutta la sua infanzia. Ecco, questa è un'emozione che accomuna il cibo al cinema. Un buon piatto, come un buon film, lascia tracce che durano». Altra abbinata importante: Sorrento e la cucina mediterranea. Tutti i popoli che sono passati da qui hanno portato via qualcosa e lasciato qui qualcos'altro. La cucina mediterranea è frutto di tutto questo, eccellenza glocal che merita un posto di rilievo nella gastronomia e nella cultura mondiale, anche nelle rappresentazioni cinematografiche». Se dovesse abbinare un piatto a un buon film quale sceglierebbe? Il caro, vecchio popcorn vince a mani basse. E’ sempre, da sempre e per sempre un validissimo compagno. Quando guardi un film hai bisogno di massima concentrazione, la tua attenzione dev'essere dedicata interamente allo schermo, quindi, vuole un cibo con la consistenza giusta, una buona croccantezza e un sapore morbido che non ha bisogno di troppe riflessioni. Allo stesso modo, quando si mangia seriamente, non si può guardare un film: ognuno ha bisogno del suo momento che richiede massima concentrazione».

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