Ho visto un vecchio amico l'altro giorno, uno di quelli di sempre, dell'adolescenza, coi quali si cresce, e si condivide per un po' l'idea d'immortalità. Tra una cosa e l'altra ci siamo detti, seppur per il tempo d'uno sguardo. anzi ci siamo confidati, d'essere in crisi, e di non riuscire proprio a capire, a ricordare, come siamo arrivati alla soglia dei cinquant'anni (ma ce ne mancano due), così, senza rendercene conto. Sconcertato anch'egli dal non esser più un ragazzo. Poi il discorso è virato su altre cose vanesie, sempre più spesso capita, ma in quell'istante ho riconosciuto in lui la mia stessa inquietudine, ho sentito, come non mi capitava da tempo, che stavamo comunicando, seppur tra mille difficoltà e paure, ci stavamo dicendo quel che non si dice a nessuno, o solo a un vecchio amico, per l'appunto. I social sono in crisi, lo ricordano tutti, sono in crisi perché si sono trasformati in media, sono diventati uno strumento passivo, si scrollano i contenuti e le promozioni come si guardava un tempo la pubblicità in tv, e ci si annoia. Eppure, io dico che sono in crisi perché siamo stanchi di esporci, e d'esser castigati, stufi di ascoltare e di non essere ascoltati.
Sono in crisi, a mio avviso. perché condividere non è questo, perché in un breve istante ho visto negli occhi di chi mi era di fronte uguale preoccupazione, medesima trepidazione, e ho sentito di star spartendo con l'altro qualcosa di prezioso, ho sentito sulle spalle alleggerirsi il peso. Posto poco ormai sui social. parlo dei miei libri, rispondo ai lettori, in fondo mi ritiro, ciò che devo dire, il mio sguardo sulle cose, le riflessioni, le turbolenze, le infilo nei romanzi, e sono fortunato per questo. Poi però un giorno incontri un vecchio amico, di quelli che possono raccontare tutto di tè, e dentro al suo sguardo ti ritrovi, e ti vien voglia di tornare a parlare, di sviscerare, capisci che in fondo questa è la condivisione. scambiarsi dubbi, gioie e timori guardandosi in faccia, e sentirsi così vicini per questo, talmente simili. Condividere è incontrare. l'abbiamo dimenticato.
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