Vico Equense - Dopo la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale "De Luca e Rossano" di Vico Equense, la prima linea della nostra risposta sanitaria è assicurata da un punto di primo intervento sanitario. Senza dubbio un primo passo, ma insufficiente. In poche parole, se si chiama il 118 per un’emergenza si viene trasportati in un pronto soccorso (vero), il più delle volte è quello dell’ospedale di Sorrento, o invece a Castellammare di Stabia, che garantirà l’assistenza medica necessaria. “Qualche giorno fa, - racconta l'imprenditore Lino Di Somma (foto) - mia madre, 88 anni, con vari problemi è caduta battendo la fronte. Aveva bisogno di una decina di punti di sutura. Mi sono rifiutato di chiamare un’ ambulanza, per non vederla finire chissà dove. Ho dovuto e preferito far venire un chirurgo, che privatamente ha effettuato “la cucitura” a casa.” Una brutta avventura, per fortuna senza gravi conseguenze, che riapre una discussione sull’assistenza sanitaria in Città. “Siamo tornati indietro di perlomeno 50 anni a Vico Equense” aggiunge Lino Di Somma, che si chiede. “Invece di pensare a caciocavalli, pizze ed altre stupidaggini che non porteranno nessuno da nessuna parte, non sarebbe meglio impegnarsi in modo serio, in qualcosa di cui la popolazione ha urgente bisogno? Se l‘impegno della nostra “politica” è quello di correre dietro a caciocavalli e quant’altro e i cittadini devono risolvere le proprie emergenze da soli, mi chiedo a cosa serva questa politica.”
Nessun commento:
Posta un commento