mercoledì 9 luglio 2025

Area disagiata, Manfredi "Insieme alla consigliera Bruna Fiola abbiamo presentato un subemendamento per includere tra le zone disagiate anche Vico Equense"

Vico Equense - Il riconoscimento di Vico Equense come zona disagiata per la fruizione dei servizi sanitari, insieme con i comuni di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese e Sapri e le isole di Ischia, Capri e Procida, è stato possibile grazie ai consiglieri regionali del Pd, Massimiliano Manfredi (foto) e Bruna Fiola, i quali hanno presentato un emendamento alla proposta di legge approvata all'unanimità dall'assemblea regionale campana. «Insieme alla consigliera Bruna Fiola – spiega Massimiliano Manfredi - abbiamo presentato un subemendamento per includere tra le zone disagiate anche il comune della Costiera Sorrentina, su sollecitazione del Partito Democratico di Vico Equense, del gruppo consiliare di minoranza e del comitato civico locale. Era importante garantire questo livello di tutela delle prestazioni sanitarie in luoghi dove il diritto a nascere, così come il reclutamento del personale, medico e non, per il funzionamento dei pronto soccorso è reso ancora più difficile rispetto ad altre zone, a causa delle peculiarità geografiche e di mobilità. Basti pensare – aggiunge Manfredi - ai diversi bandi per l'assunzione di personale medico, ora possibili grazie all'uscita dal commissariamento, che anche a Vico Equense sono andati deserti. La prossima battaglia si deve spostare a Roma, in Parlamento, per consentire a tutto il personale della medicina di urgenza un salario differenziato, rendendolo così più attrattivo, come avviene in gran parte d'Europa» conclude il consigliere Massimiliano Manfredi. «Con questa legge – dichiara il Presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, tra i promotori dell'iniziativa di legge regionale - riconosciamo diritti e dignità a territori che, per la loro particolare posizione geografica e orografica, necessitano di strumenti normativi adeguati. Il riconoscimento della condizione di disagio consente l’attivazione di deroghe a vincoli nazionali che, se applicati in modo uniforme, rischiano di penalizzare le comunità più fragili come queste. Una scelta di giustizia territoriale, che guarda alle esigenze reali delle comunità e che consente ora, a pieno titolo, l’applicazione delle deroghe previste dalla normativa nazionale in ambito sanitario, scolastico e infrastrutturale. Un passo essenziale per garantire continuità assistenziale, sicurezza e dignità nei nostri territori».

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