mercoledì 16 luglio 2025

Massa Lubrense, il lido conteso

Marciano tra libertà e privatizzazione: Capitan Cook e la lunga estate della Penisola sorrentina 

di Antonino Siniscalchi

Massa Lubrense - Sospeso, almeno per ora, lo sfratto dello stabilimento balneare Capitan Cook a Marciano, ma quello che resta, tra le scogliere e il mare di fronte a Capri, è un clima sempre più rovente. Non solo per il sole di luglio. Attorno alla struttura si è ormai instaurata una vera e propria “caccia alle streghe” mediatica e giudiziaria, con l’attenzione rivolta a una serie di circostanze che negli anni hanno caratterizzato la gestione dello storico lido, tra presunti abusi, concessioni contestate e mancate demolizioni. Stamattina, in attesa dell'ufficiale giudiziario, sulla scogliera posavano due modelle per un backstage fotografico. Il caso Capitan Cook è ormai un simbolo, una vicenda emblematica di quel delicato confine tra uso pubblico e sfruttamento privato del bene comune. Da un lato, c’è il desiderio – legittimo – dei cittadini e delle associazioni ambientaliste di veder restituita al pubblico una porzione di costa tra le più belle e incontaminate del golfo, con l’auspicio che le scogliere tornino ad essere liberamente accessibili a tutti. Dall’altro, c’è la realtà di una struttura privata che, per decenni, ha rappresentato un punto di riferimento dell’estate sorrentina, garantendo servizi, accoglienza e un certo stile, ma che nel tempo è finita sotto la lente della giustizia amministrativa e ambientale. L’ultimo capitolo si è scritto con il rinvio esecutivo dello sfratto, ma il futuro resta nebuloso.

 

Le carte parlano di irregolarità edilizie, di accertamenti sulle concessioni e di procedimenti che si trascinano da anni. E mentre la giustizia va avanti, a passo lento, l’opinione pubblica si divide: c’è chi invoca il ripristino del paesaggio e la fine di ogni forma di occupazione privata, e chi teme che, archiviato Capitan Cook, si vada incontro non a una vera liberazione della costa, ma a una nuova privatizzazione, magari ancora più esclusiva. Perché il rischio è concreto. La Penisola Sorrentina conosce bene il fenomeno dei lidi “vip”, dove per un lettino servono anche 300 euro al giorno, e dove l’accesso è spesso scoraggiato da barriere “informali” più che fisiche. E allora la domanda si fa inevitabile: le scogliere torneranno davvero libere, oppure dietro l’angolo si profila l’ennesimo stabilimento extralusso, con prenotazioni anticipate, servizi tailor made e posti al sole riservati solo a pochi? La questione non è solo locale, ma chiama in causa temi cruciali: il diritto di accesso al mare, il rispetto dell’ambiente costiero, la gestione delle concessioni demaniali. Temi su cui l’Italia intera si confronta, tra sentenze europee, ricorsi al Tar e tensioni crescenti tra pubblico e privato. Nel frattempo, a Marciano resta un senso di attesa. Un’attesa sospesa tra passato e futuro, tra ciò che era e ciò che potrebbe essere. L’estate va avanti, i bagnanti si godono un posto al sole e il panorama mozzafiato, ma sotto la superficie – come spesso accade – si agita una corrente di domande e dubbi che nessun decreto, per ora, è riuscito a placare.

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