di Antonino Siniscalchi
Sorrento - Marco Fiorentino incandidabile. Ora emerge un’altra ombra sull’elezione di Massimo Coppola La Cassazione ha messo la parola fine su una lunga telenovela politico-amministrativa: Marco Fiorentino, ex sindaco di Sorrento, era e resta incandidabile alle elezioni comunali del 2020. Una decisione che conferma la sentenza già pronunciata dalla Corte d’Appello di Napoli e che ha di fatto sancito la definitiva esclusione dell’ex primo cittadino dalla competizione elettorale che vide la vittoria di Massimo Coppola, dimessosi dalla carica in seguito all'inchiesta giudiziaria. Un verdetto, quello della Suprema Corte, che riapre vecchie ferite e solleva nuovi interrogativi sulla legittimità di un’elezione ormai trascorsa, ma le cui conseguenze politiche e giuridiche risuonano ancora oggi. Secondo la Cassazione, Marco Fiorentino non avrebbe potuto candidarsi a causa di una condanna legata ai tragici fatti dell’incidente del primo maggio 2007 in piazza Sant’Antonino che causarono la scomparsa di Claudia Morelli e Teresa Reale. Nonostante ciò, l’ex sindaco fu comunque ammesso alla corsa elettorale del 2020. La sua presenza nelle liste, oggi ritenuta illegittima, ha prodotto un effetto a catena: le elezioni vinte da Massimo Coppola sono risultate caratterizzate da un vizio di fondo, quello di una competizione elettorale falsata. Un nodo che, se Massimo Coppola fosse ancora in carica, avrebbe potuto portare addirittura all’annullamento delle elezioni e alla nomina di un commissario prefettizio per guidare il Comune fino a nuove elezioni. Il paradosso è evidente: la città si ritrova oggi già commissariata ma per una inchiesta particolarmente delicata e complessa che ha coinvolto il sindaco Massimo Coppola che ha determinato lo scioglimento del consiglio comunale.

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