mercoledì 25 giugno 2008

Pd, il pugno duro di Bettini. "Un segretario senza liti o un commissario da Roma"

Serve un segretario con tre aggettivi. «Autorevole, operativo, unitario». Uno che prenda in mano le briglie del partito, e poi il dibattito continui pure. «In modo da concentrare meno energie sulle lotte interne». Un nome oltre i veti incrociati, non solo tra veltroniani e dalemiani, ma pure tra bassoliniani e popolari, rutelliani e innovatori, socialisti e professori. «Senza uno sbocco, diventa nostro dovere cercare un commissario transitorio, oppure sarà una sconfitta per tutti». Democratici napoletani, le regole sono queste: dettate da Goffredo Bettini, braccio destro di Veltroni, a Napoli accanto a Nicolais per inaugurare la sede di "Democratici in rete". Bisogna sbrigarsi. Il congresso inizia sabato. Tre giorni. Oggi partono le convocazioni di Emma Giammattei per l´appuntamento alla Stazione Marittima. O il Pd napoletano saprà andare oltre le divisioni, oppure interverrà Roma. Questo ormai è chiaro, dopo giorni in cui è rimasto sul tavolo un possibile scontro tra Cozzolino e Nicolais. Un´alternativa è che dal secondo blocco spunti come a ottobre il nome di Luisa Bossa. Ma Roma non vuole prove di forza. È una maniera per bocciare Bassolino e i suoi? Bettini spiega che «non esiste alcuna pregiudiziale: ma se tutti compiono uno sforzo per fare un passo avanti, devono farlo anche i bassoliniani. È importante che un segnale in questa direzione venga direttamente da lui». E poi: «Il Pd guarda avanti. È del tutto evidente che un ciclo si è chiuso. Anche per le scelte dei candidati del futuro: primarie, primarie, primarie». Condizioni che nell´area di Bassolino non prendono benissimo. La soluzione «autorevole, operativa e unitaria» che Roma auspica, può essere individuata in una figura di mediazione come quella di Aldo Cennamo, ulivista storico, negli ultimi mesi critico verso un panorama che gli pareva tradire lo spirito a lui caro. Mentre negli ambienti del Consiglio regionale si lavora ancora all´ipotesi Pietro Ciarlo. «Qui esiste una situazione delicata e difficile. Il partito è troppo diviso, con problemi di carattere sociale e amministrativo che hanno pesato. Mi auguro che si trovi una soluzione unitaria», dice Bettini nella sede di "Democratici in rete", associazione presieduta da Gaetano Manfredi; coordinatori Giulia Velotti, Lello De Felice e Onofrio Piccolo; con un comitato di amministratori (Di Marzio, Dinacci, Falcone, Moxedano, Santoro) e docenti (Di Donato, Scarpato, Gaudio). Tutto nel giorno in cui i dalemiani fremono per la nascita di Red, a cui guardano esplicitamente Amendola, Cascetta, Ciambriello. Bettini vede pure la Giammattei («mi pare che lei voglia favorire un ricambio») e si confronta con Massimiliano Manfredi, un trentenne appena chiamato a far parte del suo staff, e incaricato dal Pd nazionale di tenere i rapporti con il governo ombra. Nel ventaglio di ipotesi c´è lo slittamento del congresso. Intanto nessuna candidatura è stata presentata. Inoltre, si scopre che la platea napoletana non è mai stata certificata. E dentro le assemblee del Pd ancora si verificano scosse di assestamento, se proprio ieri Antonio Polito ha lasciato il suo posto a Nino Bocchetti. Ecco perché un braccio di ferro, con possibili code di ricorsi, non è gradito. «Saremo a supporto del partito», dice Bettini. Il supporto si chiama commissario. (Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli)

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