lunedì 27 luglio 2009

Troppi falsi, un marchio a fuoco per il Provolone del Monaco

Vico Equense - Contro la sofisticazione ed i falsi che minacciano uno dei prodotti simboli della gastronomia regionale si mobilita la Coldiretti ed il Consorzio di tutela del Provolone del Monaco dop. «Siamo stanchi di subire l’utilizzo improprio di marchi italiani che in realtà nascondono l’impiego di materia prima di origine diversa – spiega Giosuè De Simone, presidente del Consorzio di tutela Provolone del Monaco dop - bisogna fare chiarezza e creare le condizioni di riconoscibilità del nostro prodotto. Secondo una nostra stima nei prossimi anni, visti i numeri attuali, non potremo marchiare più di mille quintali Dop, ed in futuro, il tetto massimo potrà essere individuato in duemila quintali. Mentre già oggi con la dicitura Provolone del Monaco si riversano sul mercato ben 10 mila quintali di prodotto. Provolone, denominato impropriamente del Monaco, proveniente da caseifici non certificati dell’area Monti Lattari - Penisola Sorrentina. Il consumatore - conclude Giosuè De Simone - può riconoscere il vero Provolone del Monaco controllando che su ogni faccia ci sia impresso il marchio a fuoco e l’etichetta riportante il logo dop». All’allarme del presidente del Consorzio di Tutela si unisce quello di Vincenzo Peretti direttore dell’organo di tutela: «Si ricorda ai consumatori che il Provolone del Monaco dop è solo quello prodotto con latte crudo proveniente da bovine allevate nei tredici comuni della Penisola sorrentina e dei Monti lattari». (Umberto Celentano il Mattino)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il buon caro Giosuè continua ad ignorare che i migliori provoloni del monaco sono quelli senza marchio, prodotti a Vico Equense e Agerola.
I suoi col marchio si sono standardizzati e lo sfido ad una sfida bendato.