lunedì 31 dicembre 2007

Palco vuoto?

Meno tre: la Iervolino pensa al cincin in privato. Meno due: Bassolino è quasi arrivato alla stessa conclusione. Meno uno: se non vanno loro, figurarsi Di Palma. Un Plebiscito di assenze. Eppure in genere ci sono. Ci sono sempre. Il menu di fine anno pure stanotte è il solito. L´inno al Mediterraneo, l´arte contemporanea, il metrò aperto fino all´alba. Solo che stavolta l´ombra nera dei sacchetti sta consigliando a sindaco, governatore e presidente di Provincia di tenersi lontani dal brindisi in piazza tra la folla. Un imbarazzo che si allunga fino al Quirinale, da dove trapela la notizia che il presidente Napolitano non ha previsto alcun soggiorno in città. Il palco vuoto? Ufficialmente una questione tecnica. Cinque minuti prima della mezzanotte sul palco sale Avitabile; cinque minuti dopo, i 20 musicisti di Bregovic. Insomma, con tutto quel via vai di strumenti si finirebbe per stare stretti. Per non dire della novità dei fuochi d´artificio in piazza, autorizzati a patto che il backstage sia sgombro, mentre tra politici, fasce tricolori, auto blu, scorta, la calca sarebbe assicurata. Ufficialmente. In realtà ci sono i rifiuti, le montagne sotto casa e quelle immagini di nuovo imbarazzanti che fanno il giro del mondo. Non c´è staff politico che in queste ore non sia all´opera per capire quanta parte del dissenso popolare arriverà al Plebiscito, nel cuore del brindisi. Quanta parte e con quali modi. Alcune associazioni civiche già stanno invitando a dare le spalle al palco. Ed è recentissimo l´imbarazzo per i fischi al sindaco in occasione della Piedigrotta. «In piazza si è sempre festeggiato. Ma credo che a una protesta organizzata, nessuno avrà voglia di dare spazio», le parole fin troppo esplicite dell´organizzatore, Dario Scalabrini. «A questo si aggiungono le esigenze dello spettacolo: sincronizzare la mezzanotte, i fuochi e il cambio palco degli artisti con il brindisi può essere complicato». È questo il quadro in cui si inserisce la rinuncia di Napolitano alle vacanze in città tra Capodanno e l´Epifania. Era un´ipotesi, come del resto in ogni periodo di ferie. Il capo dello Stato era qui 12 mesi fa, poche ore dopo aver ricordato nel suo primo discorso di fine anno Emilia ed Enza, due ricercatrici precarie napoletane. Era a Napoli pure in estate, e in città c´è stato per visite ufficiali ben 4 volte, l´ultima in occasione del dialogo interreligioso e l´arrivo del Papa. Sergio Fedele, associazione Napoli punto a capo, gli ha scritto: «Venga perché il momento lo impone, perché le sue visite non possono essere solo atti rituali e perché venga a dire che chi ha sbagliato deve farsi da parte». (La Repubblica)

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