lunedì 8 settembre 2008

Veltroni si riprende il partito

Walter Veltroni si 'riprende' il Pd. Il segretario ieri sera e' salito sul palco della Festa Democratica della Fortezza da Basso, intervistato da Enrico Mentana, e ha ribattutto alle critiche interne (in primo luogo ad Arturo Parisi), ha attaccato il governo e soprattutto ha sollecitato l'''orgoglio'' del partito chiedendo ''gioco di squadra''. Accolto da una standing ovation di tre minuti al suo arrivo nella sala 'La Pira', Veltroni e' stato ascoltato da più di 3 mila persone per un'ora e mezzo di intervista e alla fine il segretario, commosso, ha ricevuto un'altra lunga ovazione, stringendo le molte mani che gli venivano porte prima di visitare gli stand e ringraziare i volontari. Veltroni ha in primo luogo risposto ad Arturo Parisi che il giorno precedente, sul palco della Fortezza, aveva elogiato Berlusconi criticando invece il segretario. ''Ha offeso il popolo del 34%, le persone che lavorano per il partito sul territorio'', ha detto, sottolineando che un dirigente ''deve avere maggiore responsabilita' e non solo privilegi''. E poi ne avuto anche per Antonio Di Pietro: ''Aveva sottoscritto il programma e la volonta' di costituire un gruppo unico e dopo e' venuto a dire che non si faceva. Il patto fatto con gli elettori e' stato tradito e stracciato''. Veltroni ha poi invitato il partito a scuotersi e a provare ''orgoglio'' per il Pd. ''Ogni volta che il centrosinistra perde inizia un infinito psicodramma, come se dovessimo ricominciare tutto daccapo. Basta con la 'sindrome Tafazzi': abbiamo perso, ma abbiamo raggiunto un grande risultato, ottenendo il 34% cioe' il 6% in piu' rispetto al 2006. Ogni volta che andate in giro - dice alla platea - un cittadino su tre ha votato Partito democratico. Io mi prendo sulle spalle le critiche, ma bisogna essere piu' orgogliosi di questo partito''. E qui ha spronato i dirigenti del partito: ''Deve finire il tran-tran. E' venuto il momento di cercare il consenso degli italiani con gruppi dirigenti formati in modo diverso dal passato. I nuovi dirigenti devono stare in mezzo ai problemi, devono magari saper fare un intervento meno bello, ma saper stare in mezzo agli operai, in mezzo alla gente comune''. E quindi, a D'Alema che si era detto disponibile a dare una mano, Veltroni risponde che ''va benissimo: tutti dobbiamo poter dare il nostro contributo in modo disinteressato''.

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