giovedì 4 giugno 2009

Baffone & Baffino

Si rompe il sodalizio fra Massimo D'Alema e Claudio Velardi, attuale assessore regionale al Turismo della Campania. Dalle pagine del suo blog, l'ex assistente di D’Alema ha detto che non sarebbe andato a votare. Parole suonate come una bestemmia per D'Alema, oggi a Napoli per il suo tour elettorale. In un incontro del Pd all'hotel Ramada, l'ex premier si è detto «sconcertato» ed è ricorso a un velenoso sarcasmo: «Un uomo politico che fa l’assessore, che lavora nelle istituzioni e dice che non si deve votare, per coerenza innanzitutto deve dimettersi - ha detto D'Alema - Mi pare ovvio. Essendo una persona seria, non ho dubbi che lo ha già fatto, o lo sta facendo». Dal suo blog Velardi ritorna sul tema. “ Io sono stato nominato assessore per promuovere il turismo e i beni culturali della regione, attività che svolgo con grande impegno e anche con primi – credo - confortanti risultati. Non mi sono mai ritenuto parte di una coalizione politica: l’ho detto decine di volte. Dall’inizio del mio mandato ho dichiarato che avrei lavorato con spirito totalmente libero, senza condizionamenti di sorta, solo per dare una mano alla mia terra: e così ho sempre operato. Antonio Bassolino – e non altri - mi ha nominato assessore, e solo lui dispone delle mie deleghe. Può rientrarne in possesso in qualsiasi momento, se ritiene che sto facendo male il mio lavoro. Da cittadino, mi sono semplicemente posto un problema comune – temo - a molti potenziali elettori del Pd e del centrosinistra, che non si riconoscono nelle attuali scelte dell’opposizione. Cosa devono fare, questi elettori? Continuare a votare, come ormai fanno da tanto tempo, per il “meno peggio”? Io ho detto la mia. Non andrò a votare, perché vorrei – da ex e aspirante elettore del Pd - il meglio, non il “meno peggio”. Altri la pensano diversamente, e andranno alle urne. A fine settimana si faranno i conti. Nel frattempo – dico a D’Alema - è bene non sprecare una parolina – “dimissioni” - che potrebbe tornare utile per il dibattito politico nel Pd, il giorno dopo le elezioni.”

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