sabato 11 luglio 2009

Congresso piddì …

"Un po' d'orgoglio, santodio". Dario Franceschini scalda la platea più eterogenea mai riunita in vista della sfida per la leadership del Pd. Chiamati da Piero Fassino per parlare delle cose da fare, ci sono ex Ds ma anche molti "amici personali di Piero", gente che ancora non si schiera. Umberto Veronesi, lo scienziato e testimonial delle battaglie laiche, è in prima fila ("Sono indipendente, ma sono un estimatore di Fassino"); poco più in là la teodem Paola Binetti ("Inaccettabili molte delle cose che sento"); Furio Colombo ("Non ho scelto, ho visto anche Marino"), Sergio Cofferati ("A disagio con Dario? Assolutamente no") Beppe Fioroni, il leader popolare, che invece non è per niente a suo agio, e rutelliani in ordine sparso. Il segretario promette un Pd laico. Sempre da Repubblica, Chiamparino presenta un documento congressuale: bene Marino ma io non mi schiero. Il Pd è malato di correntismo. Abbandonare il vecchio Pd. Uno slogan provocatorio per un partito nato due anni fa: "Ma un esercizio necessario, soprattutto se quella nascita è stata viziata da una grave malattia genetica".

Marino: «Parlerò ai circoli». Boom di «amici» su Facebook
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