lunedì 6 luglio 2009

Costi alti, rischiano di sparire le carrozzelle

L’appello dei cinque vetturini: tutelare un patrimonio di tradizione turistica

Sorrento - Sono rimasti solo cinque. A Sorrento rivive ancora il refrain della canzone di Odoardo Spadaro, in voga negli anni ’40, «Come è delizioso andar sulla carrozzella...». I vetturini si sono ridotti anche lo spazio dello stazionamento in piazza Tasso, delimitato da una fila di piante, pur di sopravvivere. Lo rivelano sotto voce, con discrezione, quasi con rassegnazione, ma non è solo questo il disagio che devono sopportare con «un mestiere che rischia di scomparire». Franchino Esposito è il veterano, ha 77 anni. Per lui l’uscita su «piazza» con cavallo e carrozzella rimane una passione, come per Francesco Lazzazzara, che lo segue per età, è il nipote del mitico «Cicciluzzo», che accompagnò Vittorio De Sica e Sofia Loren nelle immagini del film di Dino Risi del 1955 «Pane, amore e...». Nino Vollaro è il più giovane, di anni ne ha 40, la carrozzella ereditata dal padre è l’unica fonte di reddito, ma è in sofferenza: «Ho cercato di riconvertirmi come tassista, ma la licenza rimane un sogno». I tre condividono l’arte del vetturino sulla piazza di Sorrento con Costantino D’Esposito e Franco Lazzazzara, cugino di Francesco. Tutti l’hanno ereditata per vizio di famiglia, un lavoro da abbracciare più per vocazione che per scelta. La presenza delle carrozzelle per le strade rimane un’attrattiva per tanti visitatori che, però, raramente si avvicinano per chiedere una «corsa». A regalare sporadici sorrisi agli ultimi «cocchieri» sorrentini sono i matrimoni di turisti stranieri organizzati dalle agenzie di viaggio, con i transfert di sposi e invitati in carrozzella, un tocco di colore al giorno delle nozze con l’immagine tipica di una delle più famose tradizioni locali. Nel terzo millennio, le spese necessarie per il mantenimento e la cura del cavallo sono le croci quotidiane che sopportano i cinque vetturini di Sorrento. C’è il problema della stalla, «per chi ha la fortuna di trovare un buco dove riparare il cavallo», spiega Nino Vollaro. Sono rimasti in cinque, tantissimi turisti ancora si fermano in piazza Tasso, curiosi di ammirare le tipiche carrozzelle, rare le «corse», tante foto accanto a cavalli e chassis per ricordare le vacanze in Costiera. «Ed ora subiamo anche la concorrenza del trenino Lilliputziano», rammenta Francesco Lazzazzara. Gli ultimi vetturini di Sorrento rinnovano l’appello alle istituzioni auspicando iniziative concrete per salvare la tradizione delle carrozzelle e la loro attrazione turistica. (Antonino Siniscalchi il Mattino)

1 commento:

Anonimo ha detto...

essendo sorrentino di 25 anni mi sono accorto gia da qualche tempo di questa situazione ed è una vergogna che la classe dirigente sta lasciando morire le carrozzelle, così come altre storiche fonti di reddito e di cultura come gli intarsiatori. Speriamo in un futuro migliore.