martedì 7 luglio 2009

Provincia, la Giunta non decolla Cesa commissaria l'UDC

L´Udc stoppa la giunta Cesaro e la giunta Cesaro sfascia l´Udc. Ne fa le spese Nunzio Testa, fino a ieri coordinatore provinciale del partito a Napoli, rimosso dall´incarico dopo le trattative per la composizione della prima squadra di governo di centrodestra dopo 15 anni. A solo un mese dalle elezioni, Pdl e alleati sono ai ferri corti. Con una nota diffusa da Roma, l´Udc fa sapere che «il segretario nazionale Lorenzo Cesa, esaminata la situazione dell´Udc di Napoli, con riferimento ai rapporti tra il partito e il gruppo consiliare della Provincia, per rafforzare il partito anche in vista delle prossime elezioni regionali, ha nominato l´onorevole Ciro Alfano commissario provinciale di Napoli». Nunzio Testa è rimosso. Perché? Ha avallato le scelte di Cesaro. In viaggio da Lecce, Testa confessa di non conoscere il "cappello" con cui viene motivato il provvedimento preso a Roma dal segretario Cesa. «Davvero? Per i rapporti col gruppo consiliare? Eh, no. Allora mi astengo. Non voglio creare altre polemiche. Devo parlarne prima con Cesa e con Casini: tra me e il gruppo consiliare non ci sono stati particolari problemi». Non saranno stati problemi, di certo visioni differenti su Cesaro. Testa da un lato, dall´altro i consiglieri eletti. E soprattutto De Mita con loro. L´irritazione a Nusco è altissima da giorni per le decisioni di Cesaro, accusato di aver tradito il patto su ruoli e nomi dovuti all´Udc. Cesaro ha chiamato con sé Gennaro Ferrara (dandogli il ruolo di vice) e Nello Palumbo. L´Udc aveva indicato Palumbo come vice e Alfano assessore. Quando De Mita ha verificato che Testa avallava quelle scelte di Cesaro (anche con dichiarazioni pubbliche) contestate dai 4 consiglieri neoeletti, s´è scatenata la burrasca. Gli effetti? La nomina di Palumbo ad assessore viene considerata sospesa. Lo dice Ciro Alfano, neo commissario del partito che stamattina incontra il gruppo. Biagio Iacolare, capogruppo dei 4 in Consiglio, considera: «Vediamo se Cesaro fa un passo indietro su nomi e deleghe attribuite all´Udc: dovrebbe azzerarle». Dall´entourage di Cesaro non trapela alcuna intenzione di questo tipo. Ciro Alfano ragiona: «Il partito aveva dato delle indicazioni e sono state disattese. Ero parte in causa e dunque da commissario non entro nel merito. Ma il nodo politico resta. Un´ipotesi è che l´Udc non voti la relazione del presidente. La nomina di Palumbo? Sospesa. Lui è una persona seria…». È contrasto aperto invece con Gennaro Ferrara, il rettore della Parthenope che sarà vicepresidente e che ha manifestato «lealtà a Cesaro». Dal canto suo, Cesaro è alle prese con il rebus deleghe: l´assessorato al Lavoro va a Marilù Galdieri, l´ambiente a Giuseppe Caliendo. Antonio Iorio è stato chiamato dal ministero delle Finanze per occuparsi di Bilancio, ma è frenato dalle diverse aree di An e Fi che si contendono il ruolo: scene che per 15 anni erano state rimproverate alla maggioranza di centrosinistra. Muro è in lizza per urbanistica o trasporti, Iervolino per il turismo. Pure nel suo partito, Mpa, c´è un caso: Carlo Farucci (escluso dalla lista degli assessori) s´è dimesso dal comitato federale di Lombardo. Oggi Cesaro presenta la sua prima iniziativa da presidente, il protocollo "Mare sicuro" con la capitaneria di porto. Ma la giunta non è insediata. (Angelo Carotenuto da la Repubblica Napoli)

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