Massa Lubrense - È ancora mistero sul flusso di rifiuti galleggianti che dal giugno scorso attraversano quotidianamente lo specchio d’acqua di Marina del Cantone insozzando uno delle aree marine più belle e suggestive d’Italia. Da escludere il cattivo funzionamento dei depuratori di Nerano, Torca e Massa centro ispezionati periodicamente dai tecnici della Gori e dai quali possono unicamente fuoriuscire i fanghi decantati delle acque reflue. Dietrofront anche da parte degli ambientalisti che proprio l’altra sera si sono immersi nella baia di Nerano riscontrando la purezza delle acque. «Non c’erano dubbi - commenta Antonino Miccio direttore della riserva marina protetta di Punta Campanella - non era possibile che rifiuti galleggianti di simile spessore potessero attraversare l’impianto di depurazione di Nerano, tra l’altro recentemente ristrutturato e potenziato, imbrattando le acque della baia di Marina del Cantone. I responsabili vanno cercati altrove». Buste, piatti di plastica, bicchieri, polistirolo ed altro possono probabilmente provenire dai fiumi e rivi vernotici che scaricano naturalmente nelle acque del mare, poi ci sono i diportisti, la zona C è aperta alle imbarcazioni, che spesso gettano tutto in mare incuranti dei divieti. Lo scorso anno abbiamo avuto una intensa attività di controllo e pulizia del mare grazie all’utilizzo dello spazzamare, quest’anno purtroppo ancora fermo a causa del ritardo del transfert dei fondi, tra cui quelli per l’acquisto del combustibile, che ci ha permesso di risolvere una analoga situazione. Da sottolineare che proprio dal parco marino è partita nel 2008 una denuncia depositata alla capitaneria di porto nella quale si segnalava l’esagerata quantità di rifiuti galleggianti, soprattutto plastiche, che periodicamente venivano raccolte in mare. «Segno evidente che qualcuno è probabilmente abituato a scaricare rifiuti giornaliere nei rivi che attraverso la montagna portano tutto in mare aperto. Per quanto riguarda le lamentele da parte di alcuni stabilimenti balneari gradiremmo invece un rapporto di collaborazione più costante verso le diverse problematiche e che non sfociassero in disapprovazioni unicamente nel periodo estivo, quando oramai sembra tardi ogni intervento risolutivo». (Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
domenica 12 luglio 2009
Gli ambientalisti: cercare i responsabili
Massa Lubrense - È ancora mistero sul flusso di rifiuti galleggianti che dal giugno scorso attraversano quotidianamente lo specchio d’acqua di Marina del Cantone insozzando uno delle aree marine più belle e suggestive d’Italia. Da escludere il cattivo funzionamento dei depuratori di Nerano, Torca e Massa centro ispezionati periodicamente dai tecnici della Gori e dai quali possono unicamente fuoriuscire i fanghi decantati delle acque reflue. Dietrofront anche da parte degli ambientalisti che proprio l’altra sera si sono immersi nella baia di Nerano riscontrando la purezza delle acque. «Non c’erano dubbi - commenta Antonino Miccio direttore della riserva marina protetta di Punta Campanella - non era possibile che rifiuti galleggianti di simile spessore potessero attraversare l’impianto di depurazione di Nerano, tra l’altro recentemente ristrutturato e potenziato, imbrattando le acque della baia di Marina del Cantone. I responsabili vanno cercati altrove». Buste, piatti di plastica, bicchieri, polistirolo ed altro possono probabilmente provenire dai fiumi e rivi vernotici che scaricano naturalmente nelle acque del mare, poi ci sono i diportisti, la zona C è aperta alle imbarcazioni, che spesso gettano tutto in mare incuranti dei divieti. Lo scorso anno abbiamo avuto una intensa attività di controllo e pulizia del mare grazie all’utilizzo dello spazzamare, quest’anno purtroppo ancora fermo a causa del ritardo del transfert dei fondi, tra cui quelli per l’acquisto del combustibile, che ci ha permesso di risolvere una analoga situazione. Da sottolineare che proprio dal parco marino è partita nel 2008 una denuncia depositata alla capitaneria di porto nella quale si segnalava l’esagerata quantità di rifiuti galleggianti, soprattutto plastiche, che periodicamente venivano raccolte in mare. «Segno evidente che qualcuno è probabilmente abituato a scaricare rifiuti giornaliere nei rivi che attraverso la montagna portano tutto in mare aperto. Per quanto riguarda le lamentele da parte di alcuni stabilimenti balneari gradiremmo invece un rapporto di collaborazione più costante verso le diverse problematiche e che non sfociassero in disapprovazioni unicamente nel periodo estivo, quando oramai sembra tardi ogni intervento risolutivo». (Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
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