Il caso Cosentino agita la maggioranza in vista delle candidature per le elezioni regionali. La richiesta d'arresto pervenuta alla Camera su mandato della magistratura di Napoli imprime una svolta alla corsa del sottosegretario all'Economia. Ancora oggi, Nicola Cosentino resta accreditato a correre per il Pdl alla poltrona di governatore. Ma pesa come un macigno il 'no” pronunciato dal presidente della Camera Gianfranco Fini. La candidatura di Nicola Cosentino alla regione Campania non credo 'sia più nel novero delle cose possibili', ha detto. Il presidente della Camera è stato intervistato da Sky tg24. Intanto, il presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, Pier Luigi Castagnetti, ha confermato l'arrivo della richiesta di autorizzazione all'arresto nei confronti del sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale del Pdl. Cosentino "contribuiva, sin dagli anni '90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone". E' quanto si afferma nel capo di imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti del sottosegretario all'Economia. Da tale sodalizio Consentino, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare trasmessa alla Camera, "riceveva puntuale sostegno elettorale". Si compone di 351 pagine l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli Raffaele Piccirillo nei confronti del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e per il quale il tribunale di Napoli chiede alla Camera l'autorizzazione procedere. In essa, il gip scrive che Cosentino "riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione delle elezioni cui partecipava, quale candidato consigliere provinciale a Caserta nel 1990, consigliere regionale in Campania nel 1995, deputato per la lista di forza Italia nel 2006". L'esponente del Pdl avrebbe "garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa e amministrazioni pubbliche" e "contribuiva sin dagli anni '90 a rafforzare vertici e attivita' del gruppo camorrista facente capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone". Da lui sarebbero arrivate anche "indebite pressioni" alle autorita' competenti per "incidere, come nel caso della Eco4 (societa' che operava nel settore rifiuti facente capo anche all'imprenditore pentito Gaetano Vassallo, ndr) nelle procedure dirette al rilascio di certificazione antimafia". L'Eco4, in particolare, era uno dei "monopoli d'impresa" creati e "cogestiti" da Cosentino che consentivano "lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando le attivita' di impresa per scopi elettorali". . Il governo dovrebbe valutare attentamente la ''colossale questione di opportunita''' in riferimento alla presenza nell'esecutivo di Cosentino. Lo ha detto, invece, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rispondendo ai cronisti a Montecitorio. ''Credo -ha detto- che siano valutazioni che vorrà fare. Certo, c'e' una questione colossale di opportunita' che in assenza di un giudizio da parte degli organi preposti, chiedo che il governo valuti. Ci sono procedure parlamentari in corso, quindi ci affidiamo anche alla valutazione del parlamento, in questo caso. Certamente e' una questione seria''.
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