Il futuro giudiziario di Nicola Cosentino è nelle mani della Giunta per le autorizzazioni a procedere e dei deputati della Camera. Secondo quanto stabilisce l’articolo 68 della Costituzione, infatti che «i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza». La richiesta di autorizzazione a procedere arriverà questa mattina nelle mani del presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, l’esponente del Partito democratico Pierluigi Castagnetti. A quest’ultimo spetterà la convocazione dei membri dell’organismo permanente che dovrà affrontare il caso. La Giunta è composta da ventuno parlamentari (compreso il presidente), divisi tra magioranza ed opposizione. I vice presidenti sono Giuseppe Consolo (Pdl) e Domenico Zinzi (deputato Udc di Caserta), mentre i tre segretari sono Fabio Gava (Pdl), Francesco Paolo Sisto (Pdl) e Marilena Samperi (Pd). Gli altri membri sono Elio Del Castro (MpA), Anna Mariua Bernini Bovicelli (Pdl), Enrico Costa (Pdl), Antonio Leone (Pdl), Iole Santelli (Pdl), Antonino Lo Presti (Pdl), Maurizio Paniz (Pdl), Matteo Briganti (Lega Nord), Luca Paolini (Lega Nord), Bruno Cesario (Pd), Donatella Ferranti (Pd), Mauro Turco (Pd), Anna Rossomando (Pd), Federico Palomba (Idv), Pierluigi Mantini (Udc). I documenti della Dda saranno tenuti in custodia dal presidente che affiderà il caso ad un relatore, il quale, dopo averlo studiato, lo presenterà agli altri membri della giunta che dovranno votare se dare o meno l’autorizzazione per procedere all’arresto. Dopo il parere della Giunta, il caso arriverà alla Camera dei Deputati. Dopo aver ascoltato la relazione del membro della Giunta parlamentare, saranno i deputati ad esprimere il proprio parere in merito all’autorizzazione. Qualunque sia stato il voto della Giunta, prevarrà sempre quello espresso dai deputati. In entrambe le votazioni, il voto è segreto. Tenendo conto dei precedenti, dopo lo scandalo Tangentopoli, sono davvero pochi i casi in cui la Giunta e successivamente la Camera hanno espresso parere favorevole all’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare.
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