La Corte Europea di Strasburgo ha stabilito che il crocifisso esposto nelle aule delle scuole "lede la libertà religiosa degli alunni e rappresenta una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni". Sulla scorta del ricorso annunciato dal ministro Maria Stella Gelmini contro la decisione di Strasburgo, anche il sindaco di Cicciano ha concretizzato la sua opposizione. E lo ha fatto con un’ordinanza che prevede multe di 500 euro a chi non esporrà nelle scuole il crocifisso. Insomma la croce, simbolo della religione e della tradizione, non si tocca. "Il crocifisso - ha detto il sindaco Giuseppe Caccavale - resterà nelle aule come espressione dei fondamentali valori civili e culturali dello Stato Italiano". Esso esprime - sottolinea l'ordinanza - l'origine religiosa di valori civilmente rilevanti quali tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, libertà, solidarietà, rifiuto di ogni discriminazione. Per Caccavale quindi "l'esposizione del crocifisso in una sede non religiosa non assume un significato discriminatorio poichè rappresenta valori civilmente rilevanti che ispirano il nostro ordine costituzionale". Il caso esplose nel 2002, quando Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, aveva chiesto all'istituto statale frequentato dai suoi figli di togliere i crocifissi dalle aule. I tribunali italiani avevano rigettato ogni sua richiesta in merito al crocifisso in classe, mentre ora i giudici di Strasburgo le hanno dato ragione, obbligando il Governo italiano anche ad un risarcimento di 5 mila euro a favore della donna che aveva chiesto di togliere il crocifisso dalle classi. Insomma la croce, simbolo della religione e della tradizione, a Cicciano, non si tocca.
1 commento:
ridicoli: "rifiuto di ogni discriminazione" e proprio loro fanno discriminazione imponendo un simbolo religioso.
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