«Le scelte dei candidati spettano esclusivamente ai partiti. Ma se toccasse a me decidere, lascerei indagati e imputati fuori dalle liste». È l´opinione di Carlo Alemi, presidente del Tribunale di Napoli e magistrato di lungo corso. Per rimanere in tema, ieri sera il presidente della Camera Gianfranco Fini, alla trasmissione “Che tempo che fa”, ha spiegato: «Nella politica deve valere il detto della ‘moglie di Cesare´ che deve essere al di sopra di ogni sospetto. Per questo dico che alle regionali alcune candidature sono inopportune». Fabio Fazio a questo punto ha chiesto se si riferisse a Cosentino in Campania. E Fini: «Anche a me è capitato di sentire discorsi come ‘quello deve essere candidato perché ha un sacco di voti, perché conta nella zona. La politica farà un passo avanti quando si dirà che è meglio non candidarlo perché anche se ha un sacco di voti, magari quei voti dipendono da poteri non trasparenti» Nonostante Fini, Cosentino va avanti. A sinistra, l'assemblea nazionale del Pd ha eletto Rosy Bindi presidente del partito e su sua proposta Marina Sereni e Ivan Scalfarotto vicepresidenti. Scalfarotto, stamani, su Repubblica cartaceo dice. “Nel Sud dobbiamo fare la rivoluzione. Sfilare di mano la Campania a Bassolino, ripulire la Calabria, aprire le stanze del partito in Sicilia”. Puntare a perdere gli chiede Antonello Caporale. “Tanto si perderà comunque! Meglio scegliere questo momento, non crede?”
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