Agerola - Senza stipendio da tre mesi e a rischio mobilità, 7 dipendenti della Comunità Montana si sono chiusi negli uffici di San Lazzaro e, armati di taniche di benzina, hanno minacciato di darsi fuoco. La situazione è degenerata nel tardo pomeriggio quando uno di loro, Raffaele Amato, esasperato, si è ferito ad una mano rompendo con un pugno una vetrata. L’uomo è stato trasportato all’ospedale di Castellammare, la protesta si è conclusa con l’intervento dei carabinieri. Ma i lavoratori hanno preannunciato nuove proteste. Pochi giorni fa la vertenza sembrava risolta con lo stanziamento di 6,4 milioni di euro della Regione. «Sei milioni buttati – secondo i 44 lavoratori dell’ente - ci mettono in mobilità senza speranze di trovare un’altra occupazione». La protesta nasce dal procedimento di mobilità avviato e che, secondo i fautori della protesta, porterà a un sicuro licenziamento. «L’atto amministrativo approvato dalla giunta regionale – scrivono in un comunicato - significa il licenziamento del personale delle Comunità Montane, dopo la collocazione in mobilità per anni due con stipendio ridotto all’80%. Non si è tenuto conto nemmeno del fatto che vanno sulla strada persone di età superiore ai 50 anni, con 30,31 anni di servizio, i quali non hanno nessuna probabilità di essere assunti da altra pubblica amministrazione. Anche i sindacati – conclude - sono latitanti e prostrati alla volontà di una Regione sorda al grido di allarme e disperazione lanciato in questi mesi dai lavoratori». (fr. Fu. il Mattino)
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