martedì 8 giugno 2010

L’altra faccia dell’ambientalismo

Vico Equense - Risposta di Flora Beneduce alla lettera di Franco Cuomo ad Agorà

Egregio signor Cuomo,
non avrei mai sperato di essere la privilegiata destinataria della sua lettera. La sua attenzione mi lusinga e mi offre l’occasione di poter spiegare a lei - e ai VAS - la differenza tra proprietà privata e bene pubblico. Vede, io disponevo a via De Feo di un terreno incolto e inutilizzato che, con le autorizzazioni degli enti preposti, ho trasformato in parcheggio a due piani, di cui il primo a rotazione (con cento metri quadri affidati al comune) e l’altro con box auto. Il progetto nasce cinque anni fa, con l’intento di rispondere ad un’esigenza del territorio e del mercato. La Soprintendenza mi ha dato il nulla osta subito, al contrario la provincia e il comune hanno preso tempo. Mentre attendevo l’autorizzazione da questi enti, altri soggetti ottenevano tutti i permessi richiesti per interventi simili, pur avendo presentato richiesta dopo di me. Per quanto concerne la Santissima Trinità, il discorso mi sembra diverso. L’area di cui parliamo ha un patrimonio di cultura e tradizione ineguagliabile, rappresenta un monumento caro a tutta la cittadinanza e raccoglie la storia di un paese. Inoltre, ad oggi i parcheggi congestionano il centro di Vico più del traffico e non vedo perché debba essere costruito una nuova maxi struttura, né funzionale né necessaria. Per quanto riguarda il riferimento ad una mia presunta conversione all’ambiente, mi spiace deluderla. Mi occupo da tempo di questo tema con l’associazione “Fare ambiente”. Certo si tratta di un ambientalismo diverso da quello proposto dai Vas e da altre associazioni simili. Noi siamo per coniugare la tutela del territorio con le esigenze di modernizzazione che una società evoluta richiede. Siamo contrari ad una visione museale dell’ambiente che, a nostro avviso, ha contribuito a distruggere l’ambiente e non alla sua tutela. La pianificazione urbanistica degli ultimi anni costituisce un pessimo esempio di questo modo di pensare al territorio. Per fortuna il nuovo assessore regionale all’urbanistica Marcello Taglialatela, in una delle sue prime dichiarazioni, ha proposto di modificare alcuni aspetti del Piano Urbanistico Territoriale. Convinta che questi miei appunti possano arricchire il confronto democratico Le porgo cordiali saluti. (Flora Beneduce)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi dispiace per la Beneduce, ma questi equilibrisimi cadono come pere cotte ad una prima analisi sommaria e a chi conosce la sua storia personale.
I suoi box hanno contribuito, alla pari di tutti gli altri, allo sfascio ambientale, paesaggistico, trasportisico e urbanistico della città, irrimediabilimente compromessa dalla speculazione edilizia. E quello della SS. Trinità non si discosta di un acca dall'ex bel giardino di villa clementina, purtroppo finita tra le sua proprietà. Quello che lei definisce "incolto e inutilizzato", è diventato tale perchè lei, o chi per lei, l'hanno appositamente ridotto così.
Quando va in vacanza in Toscana si faccia un esame di coscienza sulla sua interpretazione di difesa del territorio e siccome vuole fare politica si studi la Convenzione Europea del Paesaggio.
Saluti.

p.s.: non sono Franco Cuomo.

Anonimo ha detto...

Mi permetto di puntualizzare che non credo che persone con un minimo di intelligenza abbiano "una visione museale" del paesaggio e dell'ecologia.
La dialettica di chi cerca di far apparire stupidi gli altri, banalizzando e falsificando i punti di vista per meglio portare acqua al proprio mulino è di moda,in effetti, ma non è di mio gradimento.
Per quanto riguarda gli eccessivi e talvolta grotteschi divieti dei piani regolatori, non sono mai riuscita a fugare lo spiacevole sospetto che certi regolamenti servano solo a trasformare in privilegio da elargire ciò che invece, adeguatamente pianificato, dovrebbe essere un diritto di tutti(come del resto anche la dott. Beneduce ci insegna, riferendo che i permessi per lei si facevano attendere, mentre per qualcun altro sono stati a quanto pare più solleciti). Non mi risulta però che di questa disdicevole situazione, che dura da troppi decenni, si siano avvantaggiate le associazioni che hanno a cuore l'ambiente. Allora forse è lecito domandarsi: qui prodest?

Anonimo ha detto...

Ripeto: si vada in Toscana, dove si fanno vincoli e piani regolatori da decenni, e ci si faccia un esame di coscienza.