giovedì 8 settembre 2011
Intervista al Senatore Lauro su vincolo bilancio in Costituzione
Senatore, lei aveva presentato un ddl per introdurre nella Costituzione il vincolo di bilancio. Adesso il governo ha deciso di procedere lungo questa strada. Un motivo di soddisfazione per lei... Un motivo di soddisfazione per il nostro Paese e per il futuro delle nuove generazioni. La dirigenza politica di centro destra o di centro sinistra, in futuro, non potrà più disinvoltamente violare questa regola. È un principio che dovrebbe essere alla base anche della gestione del proprio bilancio personale e familiare. Che cosa prevede la sua proposta? Rispetto a quella del Governo ci sono differenze? La proposta del Governo è più articolata e meno eludibile della mia. Perché introdurre nella Costituzione il vincolo di Bilancio? Per costringere i Governi della Repubblica, di qualunque colore essi siano, a rispettare un principio cardine del buon governo. È un vincolo che dovrebbe essere introdotto nelle Costituzioni di tutti i paesi membri dell'Unione europea. La nostra Costituzione prevede già che le spese debbano essere coperte da adeguate entrate. Non pensa sia superfluo prevedere un vincolo di bilancio? Le astuzie contabili del passato hanno violato costantemente l'art. 81 della Costituzione. Il consociativismo e l'assemblearismo della prima repubblica hanno creato quel mostro che è il debito pubblico, per abbattere il quale ci vorranno ancora anni. La nuova norma costituzionale, quindi, deve rappresentare un argine insormontabile, ineludibile e non aggirabile. Ritiene, quindi, che questa misura servirà a contenere la spesa pubblica in Italia? Certamente. Anche se la spesa pubblica, oltre ad essere contenuta nei limiti delle entrate, dovrà essere riqualificata e resa più produttiva per il Sistema-Paese. Anche la Spagna ha deciso di seguire questa linea, si tratta allora davvero di una misura efficace? Oppure siamo di fronte ad una 'moda' che sta contagiando i vari Paesi europei? Altro che moda. L'Unione europea dovrebbe rendere obbligatorio questo vincolo di bilancio, indispensabile per armonizzare le politiche economiche e finanziarie dei vari Paesi membri e per rendere coerenti tali politiche con una moneta unica, come l'euro. Per concludere, pensa che sarà necessario qualche altro intervento da parte del Governo fino alla fine di quest'anno? Ad esempio sul fisco? La manovra approvata in Senato è idonea, nell'immediato, a fronteggiare la crisi, ma non basterà ad abbattere significativamente il mostro del debito pubblico. Saranno necessarie nuove misure, a carattere strutturale, come la riforma ulteriore del sistema previdenziale ed una lotta più incisiva all'evasione fiscale, attraverso il sequestro e la confisca dei beni dei grandi evasori. Ma non si può escludere anche una misura straordinaria a carattere patrimoniale, sia mobiliare che immobiliare, nell'ordine di almeno 200 miliardi di euro, che interrompa definitivamente la crescita del debito pubblico.
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