martedì 27 settembre 2011

Unimpresa lancia il “Manifesto per la crescita”: sette mosse per uscire dalla crisi

Riforma del fisco con meno tasse sulla produzione, mercato del lavoro più snello, tagli alla spesa pubblica e nuova previdenza, pubblica amministrazione semplificata, privatizzazioni e liberalizzazioni sia i servizi pubblici locali sia per le professioni, via gli ostacoli agli investimenti in infrastrutture, lotta alla criminalità organizzata. Unimpresa, l’associazione che rappresenta oltre 130mila piccole e medie imprese in tutta Italia, propone un programma di riforme strutturali e istituzionali, ispirato a tre regole cardine: rigore, equità e competitività. Alla vigilia dell’incontro al ministero dell’Economia con le altre associazioni imprenditoriali del Paese, Unimpresa lancia il Manifesto per la crescita e chiede al governo di farlo diventare un cardine delle misure per lo sviluppo in via di definizione. “Il governo deve ascoltare le nostre proposte - chiede il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi che si dice sorpreso di non aver ricevuto l’invito per il Tavolo sullo sviluppo in programma domani al dicastero di via Venti Settembre - Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è ancora in tempo: anche noi, domani, vogliamo partecipare alla riunione al Tesoro e sensibilizzare il governo sulle reali esigenze delle pmi”. “Il riequilibrio dei conti pubblici deve associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia - osserva ancora Longobardi - Bisogna recuperare competitività e creare un ambiente più favorevole all’attività d’impresa, all’offerta di lavoro, alla formazione di capitale umano e fisico». Secondo Longobardi, «per varare queste misure è necessario uno sforzo generale di cambiamento e di coesione nazionale. Si tratta di una sfida non ordinaria, inderogabile, di portata assai ampia: un innalzamento significativo del tasso di crescita della nostra economia è condizione essenziale non solo del riequilibrio finanziario, ma anche del progresso civile e sociale”. (Fonte: Ago Press)


Manifesto per la crescita

1) Riforma del fisco e lotta all’evasione; per ridurre la tassazione dei fattori produttivi, partendo dall’eliminazione dell’Irap e del cuneo fiscale.

2) Riforma dei meccanismi di regolamentazione dei rapporti di lavoro; prevedendo il ricorso a forme di partecipazione e controllo dei lavoratori nell’impresa, per aumentare la produttività e favorire un rapido inserimento, specialmente al Sud, delle donne e dei giovani nelle aziende.

3) Riduzione della spesa pubblica e riforma del sistema previdenziale; attraverso un innalzamento dell’età pensionabile e l’introduzione di principi di maggiore equità sociale; per liberare risorse per gli investimenti, con vantaggi immediati per l’economia e le pensioni delle generazioni future.

4) Riforma della pubblica amministrazione; con interventi di semplificazione e di riordino delle strutture amministrative, volti al conseguimento di livelli più alti di efficienza e integrità.

5) Piano di Privatizzazioni e di Liberalizzazione dei mercati, dei servizi pubblici e delle professioni; per rimuovere rendite di posizione, introdurre dinamiche concorrenziali, ridurre i costi dei servizi alle imprese, stimolare l’innovazione, dare maggiori opportunità ai giovani.

6) Rimozione degli ostacoli alla realizzazione degli investimenti infrastrutturali, rilanciando le opere più rilevanti e a maggiore impatto socio-economico e ambientale.

7) Contrasto a tutto campo alla criminalità organizzata; con azioni mirate ed efficaci che vadano a colpire gli interessi economici delle organizzazioni e le loro infiltrazioni nell’economia legale.

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