sabato 22 ottobre 2011

Flora Beneduce: “Senza 25 posti letto di Medicina, l'ospedale di Sorrento è a rischio chiusura”

Finalmente l'ospedale di Sorrento è pronto per lo scorporo di Medicina generale e Chirurgia. Il direttore sanitario informa i reparti del ritorno dell'Unità operativa al terzo piano. Ne dà notizia un'apposita circolare. A questo punto, perché qualche sindacalista locale insorge contro il provvedimento, mentre il Tribunale per i diritti del malato minaccia la mobilitazione? Quali sono i motivi per cui c'è tanta mobilitazione intorno al tema dello scorporo? Immagino che ci sia qualcuno che, difendendo lo status quo, spera di poter continuare nella tutela di interessi incompatibili con la salute dei cittadini. È molto dura questa affermazione. Io mi chiedo perché, ad esempio, qualche rappresentante sindacale locale di comparto si sbracci tanto in decisioni che non gli appartengono. Lo scorporo deciso dalla direzione sanitaria ospedaliera è razionale, necessaria, opportuna e risponde ai canoni previsti dalla legge. Perché necessaria e opportuna? Necessaria perché il piano attuativo prevede che l' unità operativa di Medicina Generale a Sorrento abbia 25 posti letto. Al momento ne esistono soltanto 9 e ogni giorno ci sono cinque ricoveri in barella. Dal momento che ci sono tanti posti letto quanti previsti dal piano attuativo al terzo piano, che senso ha lasciare accorpati Medicina e Chirurgia quando c'è disponibilità di medici e infermieri? Perché mantenere questa situazione, che mette a rischio di infezioni ospedaliere gli utenti ricoverati? In un autentico blitz, a ferragosto 2009, fu decisa questa incredibile contiguità tra due unità operative assolutamente disomogenee. Perché in quella circostanza non vi fu alcuna mobilitazione? Lo domando io a lei. Perché qualche primario senza titoli, né nomina, afferma che con il ritorno della Medicina generale al terzo piano e l'Ortopedia contigua alle sale operatorie si smantellerebbero fantomatiche eccellenze. Lei parla di sedicenti primari. In che senso? Hanno i cartellini per farsi riconoscere, ma non ne hanno i titoli. Si fanno attribuire gli straordinari e determinano la fuga di personale medico e paramedico. Che peso ha, a questo proposito, la lottizzazione politica degli ospedali? Funziona così, o no? E funziona male. La politica non può diventare un ostacolo per i cittadini. Deve essere un servizio. La deontologia professionale impone a tutti gli operatori della sanità in primis di avere come obiettivo solo e soltanto la salute del cittadino. La politica, come gli interessi personali e privati, devono rimane fuori dagli ospedali. È questo il motivo per cui, pur dirigendo quattro reparti (due di Medicina e due Pronto Soccorso, ndr), percepisco un solo stipendio, senza mai aver chiesto straordinari. Sono questi i valori nei quali credo, valori che, in alcuni casi, vengono dimenticati molto spesso. Non sarebbe il caso che queste accuse le riferisse alla Procura della Repubblica? Domani, come ogni mattina, mi recherò al Santa Maria della Misericordia a Sorrento. Se necessario, chiederò di essere ascoltata dal magistrato. Non ci devono essere negli ospedali clientele che tendano a utilizzare strutture pubbliche per fini fini personali.

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