Meta - Il suo ritorno ha trasformato la tranquilla città di Meta in un via vai di giornalisti e carabinieri. Il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, che ora è agli arresti domiciliari nella sua abitazione, l’altra notte è rientrato a casa generando grande fermento nella piccola città della penisola sorrentina. È apparso provato ma anche sereno ai suoi amici più stretti. «Un errore, nella manovra, ammette di averlo fatto – raccontano i vicini di casa - ma, e lo ha ripetuto spesso, non è vero che non ha aiutato le persone che erano a bordo della Costa». Giunto alle due dell’altra notte, sotto scorta delle Forze dell’Ordine, ora è insieme alla sua famiglia. «È una bravissima persona» ripetono i vicini, che non riescono ancora a credere a quanto accaduto e che, soprattutto, non mettono in dubbio la buona fede e la bravura del comandante Schettino. Sono in tanti, infatti, a descriverlo così: «Una persona, solare, che aiuta gli altri». L’incidente? «Una tragedia», afferma il signor Antonino che il comandante lo conosce da oltre dieci anni. E aggiunge: «Le pare che se non fosse stata una persona in gamba gli avrebbero fatto fare il comandante di una nave così grande?». «Da comandante di navi mercantili approvo in pieno il suo comportamento, credo che abbia fatto la manovra giusta per salvare tutte quelle vite », taglia corto Gianluca Guida, anche lui di Meta di Sorrento. Più nervosa la reazione della signora Rosa Tito che ha trovato infondate le accuse contro il comandante. L’avvicinarsi alla costa non sembra essere, inoltre, un comportamento raro. «È consuetudine passare vicino alla costa, lo fanno anche qui in penisola, addirittura una volta ho visto passare una nave attraverso i Faraglioni », spiega Gaetano Perrusio, cuoco sulle navi Costa e vicino di casa del comandante. «È una brava persona, lo conosco bene – aggiunge Perrusio - ha dedicato la sua vita alla famiglia, al lavoro, al mare che è la sua passione. Di questi periodi amava andare a nuotare». Qualcuno, però, ha ammesso l’errore. «Ha sbagliato, il comandante deve essere sempre l’ultimo ad abbandonare la nave», è l’opinione di Adamo Solimene, ex cameriere sulle navi Ausonia. (Fonte: Ilenia De Rosa da il Roma)
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