Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sant’Agnello - Il solito «spettacolo
». Una tradizione che si rispetta.
Anche se piove e il vento soffi
a forte, come un flagello.
Un’orda di candidati piazzati
all’ingresso dei seggi a «vigilare»
l’andamento delle elezioni. Altro
che forze dell’ordine e vigili urbani.
C’è chi fuma valanghe di
sigarette per ingannare l’attesa,
qualcun altro invece si accomoda
al bar a sorseggiare l’ennesimo
caffè di una domenica lunga e
fredda, ma soprattutto decisiva.
Lanciare uno sguardo fiero agli
indecisi, farsi vedere sul campo,
tentare di farsi un’idea dell’andamento aspettando la chiusura
della tornata: un menu che non cambia. Mai.
È la Sant’Agnello che deve decidere il nuovo sindaco, «raccolta»
in 8 sezioni e che dopo il commissariamento dell’ente finalmente
potrà tornare ad avere un’amministrazione comunale. Gian
Michele Orlando, Piergiorgio Sagristani e Rosario Salerno: in
tre in corsa per la fascia tricolore, in tre in battaglia per la fascia
tricolore. Due ex sindaci e una new-entry che promette di convincere
i delusi, offrendo sul campo un’alternativa ai big storici
della Sant’Agnello andata in copertina nell’ultimo mese per le
faide, i contrasti e le accuse avvelenate fra tutti i candidati. Altro
che programmi. Una campagna elettorale tutt’altro che filata
via liscia, tanto che – complice il maltempo – ieri l’affluenza è
stata a dir poco sotto la media. Un dato in netto contrasto con le
elezioni di cinque anni fa, quando Orlando batté Antonio Coppola
con un plebiscito salvo poi finire nell’occhio del ciclone di
Sagristani.
Che intende riprendersi lo scettro e ridare vigore ai
suoi fedelissimi. Un po’ come Salerno, segretario nazionale dei
Cristiani democratici che spera in un clamorosa elezione di don
Nicola De Maria, il prete politico. Il reggente della chiesa di San
Biagio, però, almeno fi no a ieri ha deciso di disertare le urne.
Non è andato a votare. Mistero sulla scelta, oggi però all’ultimo
minuto potrebbe decidere di raggiungere il seggio e mettere la
«x» sulla scheda della discordia. Perché, non è storia di oggi, la
sua candidatura è stata subito bocciata dai vertici della Curia:
basti pensare alla lettera con cui il vescovo della diocesi Sorrento-
Castellammare di Stabia, monsignor Francesco Alfano, invitò
il prelato a un immediato dietrofront, parlando apertamente di
«contrasti» con la legge. A 79 anni, don Nicola sogna un’elezione
a consigliere comunale di Sant’Agnello, ma se gli dovesse andar
male ha già fatto trapelare l’intenzione di puntare addirittura al
Parlamento. Eppure, la fiducia non è mai venuta meno. Né al
sacerdote né agli amici che l’hanno accompagnato nell’avventura
politica, rispedendo al mittente le accuse piombate pure sul
social network Facebook dove qualcuno, così come capitato più
volte in passato, mascherandosi dietro un «fake», l’ha insultato
senza alcun tipo di indugio. Salvo poi sparire nel nulla. Proprio
come i candidati che hanno presidiato fino alle 22 i seggi: andati
a casa, stanchi, poi a riposare. Per un’altra giornata infernale.
Quella in cui si tornerà a duellare, quella in cui Sant’Agnello
saprà chi è il suo sindaco.
Salvatore Dare
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