sabato 25 maggio 2013

SS. Trinità e Paradiso, il Presidente risponde

Vico Equense - In una improvvisata conferenza stampa il presidente dell’Istituto SS. Trinità prof. Vincenzo Esposito, ha così risposto alle affermazioni sentite nel Consiglio comunale di Vico Equense del 24 maggio. “Mi dicono che sono stati espressi giudizi ingannevoli sull’attuale amministrazione dell’Istituto che, per la loro falsità non meritano commento. Basta andare a leggere sul sito www.isstep.it per conoscere la verità. L’Amministrazione che dirigo e che opera gratuitamente, assumendosi responsabilità enormi, avrebbe diritto almeno a una informazione rispettosa della verità. Essa è stata nominata per sanare una gestione privatistica, clientelare, affaristica, delittuosa durata per circa cinquant’anni, con complicità e connivenze a ogni livello. L’istituto è stato derubato e truffato con complicità e silenzi colpevoli. L’immobile con la cappella, nonostante la vendita di parte del patrimonio, è stato caricato di debiti e privato anche dei sussidi per i danni del terremoto deliberati e poi stornati. I colpevoli se ne sono usciti con onore e i debiti, irresponsabilmente fatti, sono pagati con gli affitti che gli enti pubblici hanno assicurato. Li abbiamo perciò pagati e li paghiamo ancora noi cittadini con le nostre imposte. Questa amministrazione si trova nella necessità di dover pagare imposte e debiti arretrati e senza avere introiti perché i maggiori affitti non sono pagati e altri godono di spazi a titolo gratuito. Non ha neanche i mezzi e gli ambienti per salvare l’archivio storico ridotto ad ammassi ammuffiti di vecchie carte. La gestione degli ultimi quattro anni è servita a privatizzare tutti gli spazi agibili, gratuitamente o ad affitti irrisori. Per ridare all’ente la gestione degli ambienti si dovranno affrontare procedimenti giudiziari di carattere penale e civile. Cosa che faremo con fermezza e con la massima trasparenza. Non chiediamo solidarietà ma almeno un minimo di rispetto per la verità, è dovuto da chi svolge compiti istituzionali. Chi ha accettato e colluso con un'amministrazione di persone lontane fisicamente e intellettualmente dagli interessi dell'Ente e della città, dovrebbe almeno avere il pudore di tacere.”

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