domenica 26 maggio 2013

Vico Equense e Noi

di Eva Gambardella 

Vico Equense - Nel '56, poichè dei nostri amici andavano a Vico Equense, paese della costiera sorrentina, prendemmo una casa in affitto per due mesi e mezzo ed ebbe inizio il mio amore per un luogo che ancora oggi per me è la casa. Le " villeggiature" di una volta, quando per alcuni ricominciarono e per altri continuarono, erano completamente diverse da quelle che oggi si chiamano vacanze; eravamo più poveri ma paradossalmente più ricchi. Le case in affitto non costavano molto, anzi col tempo si cominciò ad affittare la casa per tutto l'anno, e poi c'erano quei lunghi, deliziosi periodi estivi, i ritmi di vita erano più lenti. Finita la scuola, verso fine giugno, primi di luglio ci si trasferiva; eravamo un gran numero di famiglie, i genitori amici o conoscenti tra loro, noi ragazzi in comitiva. Ci si tratteneva anche tutto settembre, a volte fino al 4 ottobre: ogni anno ragazzi nuovi si aggiungevano, c' era qualcuno che veniva per un periodo, poi andava altrove, ma gran parte di noi rimane ancora fedele. A settembre con i primi freddi, smontavano le cabine di legno, ne lasciavano alcune per noi fedelissimi, gli spezzoni delle comitive si riunivano e si diventava amici, salvo l'anno seguente tornare a luglio ciascuno col proprio gruppo. Peppino di Capri cantava "Voce 'e notte", Nico Fidenco " Legata a un granello di sabbia", ci si riuniva nelle case con il giradischi, si ballava, i famosi " balletti", dove nascevano e morivano amori estivi, si aveva grande libertà, di cui io, veramente, ho sempre goduto, perché i miei genitori nella loro concezione un po' goliardica, ma devo riconoscere, intelligente e lungimirante, dai quindici, sedici anni in poi ci diedero tutta la libertà che, forse, hanno le ragazze oggi e ci regalarono una splendida giovinezza.
 
A Vico ho conosciuto mio marito: quando non lo so, sicuramente da ragazzini anche se siamo insieme da 43 anni e sposati " solo "da 38. Naturalmente ci sposammo a Vico. Vico Equense è è formata dall' insieme di tredici casali o frazioni. Il centro è piccolo ma, come comune, è molto grande; si estende dal mare fino al Monte Faito, che fa parte dei Monti Lattari ed è alto più di 1100 metri. Era già popolosa e ricca nell' epoca romana. All' arrivo dei saraceni, la popolazione si rifugiò su colline e montagne; credo che il primo centro che sorse in collina fu un luogo che si chiama Massaquano, ma potrei sbagliarmi. Ci sono chiese, c'è un museo mineralogico importante, in una chiesetta appartenente a una Congrega c'è un altare tutto intarsiato di coralli che Susanna Agnelli contribuì a far restaurare; c' è mare, collina, montagna, tutte le bellezze della penisola sorrentina. In sè il paese non offre niente di particolare se non che un folto gruppo di noi ci va dall' infanzia in vacanza e lo ama, non per le sue bellezze ma per quello che, per ognuno di noi e i suoi ricordi, rappresenta. Credo che tutti abbiano una località così nel cuore: è il luogo delle memorie care; io continuo ad andarci ogni estate anche se da 26 anni abito a Milano. Un mio amico, Luca Fermariello parla di " saudade vicana"; è vero, è proprio così. Ogni luogo o via sono fonte di ricordi felici; fantasmi gentili del passato, persone a noi care, momenti vissuti sembrano essere sempre presenti quando siamo là. Alcuni di noi sono stati fortunati come me e hanno sposato persone "malate "come noi; allora non c' è dubbio, l' estate si passa là con gli amici di una vita e si sta insieme e si ricorda e siccome cresciamo e invecchiamo insieme, tra noi ci vediamo sempre ragazzi come allora. Altri hanno sposato persone comprensive che non soffrono di " vicanite" ma accontentano il coniuge e, nel frattempo, si sono affezionati; altri ancora, purtroppo, hanno sposato estranei che non vogliono saperne di passare l' estate là e allora, nel tempo, se ne sono allontanati! Poveri loro, non sanno cosa perdono!!!

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