di IN Movimento per VicoVico Equense - In questi giorni si sono rilasciate molte dichiarazioni, spesso imprecise, parziali ed approssimative, sulle vicende legate alla mancata sottoscrizione dell’accordo fra i Comuni della Penisola Sorrentina per la costituzione dell’ambito sociale NA 33. Per fare un po’ di chiarezza il gruppo consiliare di IN Movimento per Vico ha preparato un documento che ha allegato agli atti del Consiglio Comunale di Vico. In esso si fa una cronistoria molto precisa e dettagliata degli ultimi tre anni in tema di servizi sociali nel nostro Comune, caratterizzati da approssimazione, dilettantismo, autarchia, clientelismo e scarsa attenzione alla persona ed al cittadino, oltre che da gravi errori amministrativi che hanno visto il Comune perdente in numerosi giudizi, con conseguente pagamento di spese ulteriori a carico dei cittadini. Questo il testo completo del documento che vi invitiamo a leggere e che dimostra, tra l’altro, l’impegno dei consiglieri comunali di opposizione nella loro attività in Consiglio Comunale.
DEL IN MOVIMENTO PER VICO ALLEGATO ALLA PROPOSTA DI DELIBERA “FORMALE ISTITUZIONE DELL’AMBITO 33 –L.R.11/07 E DPG.R.C.320/2012 APPROVAZIONE CONVENZIONE PER LA GESTIONE IN FORMA ASSOCIATA DEL PIANO SOCIALE DI ZONA”
(punto 13 o.d.g della seduta del Consiglio Comunale di Vico Equense del 6.11.2013)
La vicenda del Piano Sociale di Zona nasce nel 2010 e si sta concludendo, come doveva, ossia, con la nomina del Commissario Regionale, che dovrà deliberare, in surroga del Consiglio Comunale, l’adesione al Piano Sociale di Zona del Comune di Vico Equense.
Con tutte le conseguenze sul piano economico, che dovranno necessariamente far carico ai responsabili, e dell’immagine del Sindaco che persevera su una politica isolazionista ed autarchica, comunque dannosa per i cittadini, specie per i più bisognosi.
Ma andiamo con ordine.
I
GLI ANTEFATTI
Era l’anno 2010, esattamente il 14.9.2010, quando il Sindaco Cinque decideva di recedere dal Piano Sociale di Zona ambito NA 13, con decorrenza 1.1.2011, con atto n. 231 del 14.12.2010.
Nello stesso periodo il Comune deliberava di non fare più parte della società interamente pubblica “Terra delle Sirene”, che gestiva da anni e con successo ed efficienza la raccolta dei rifiuti.
Con tale atto, la Giunta Comunale deliberava:
“1) a decorrere dal 1^ gennaio 2011 l’erogazione dei servizi sociali sarà assunta in gestione/amministrazione diretta dal Comune attraverso la propria struttura di coordinamento del Servizio Politiche Sociali;
2) di promuovere il ricorso alle cooperative sociali di tipo “A” e “B” e alle associazioni di volontariato e di promozione sociale, presenti ed operanti sul territorio di Vico Equense, quale strumento volto a favorire la promozione umana e l’integrazione sociale delle persone svantaggiate, utilizzando l’affidamento diretto/collaborazione, con stipula di convenzioni, per le forniture di servizi socio-sanitari ed educativi, il cui importo stimato, al netto dell’IVA, sia inferiore agli importi stabiliti dalle direttive comunitarie in materia di appalti pubblici (pari a 200.000,00 Euro) e/o inferiori a quelli previsti dall’art. 125 del Decreto Legislativo 163/2006;
3) di prendere atto del protocollo d’intesa sottoscritto in data 8.11.2010 che pone in rilievo la disponibilità di ogni singola organizzazione per la relativa parte delle attività rientranti nella più ampia e complessa articolazione dei servizi sociali da erogare a far data dal 1^ gennaio 2011”.
Con tale protocollo d’intesa, in spregio e in violazione delle più elementari norme in materia di appalto di servizi, come sarà poi accertato dal TAR, concordano quanto segue
“- La cooperativa Sociale Il Delfino, con sede in Vico Equense alla Via S. Salvatore n. 111, anche in considerazione della propria esperienza e professionalità, si rende disponibile nell’assumere i seguenti servizi: Assistenza Domiciliare Anziani – Assistenza Domiciliare Portatori Handicap – Colonia Marina Disabili – Assistenza Specialistica Portatori Handicap – Colonia Marina Minori 6-11 anni;
- La cooperativa Sociale La Locanda, con sede in Vico Equense alla Via Filangieri n. 71, anche in considerazione della propria esperienza e professionalità, si rende disponibile nell’assumere i seguenti servizi: Assistenza Domiciliare Anziani – Assistenza Domiciliare Portatori Handicap – Colonia Marina Disabili – Assistenza Specialistica Portatori Handicap – Colonia Marina Minori 6-11 anni;
- L’Associazione di Volontariato Movimento Famiglia, con sede in Vico Equense alla Via Avigliano n. 7, anche in considerazione della propria esperienza e professionalità, si rende disponibile nell’assumere il servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori;
- L’Associazione di promozione sociale Help, con sede in Vico Equense alla Via Bonea n. 55, anche in considerazione della propria esperienza e professionalità, si rende disponibile nell’assumere il servizio del Centro Benessere (Diurno) per Minori e Disabili. Più in particolare la predetta Associazione risulta essere già assegnataria di un finanziamento da parte della Regione Campania, per lo svolgimento del progetto: “XL – Extralarge per l’accoglienza dei minori”, che ben si coordina e si correla agli obiettivi e scopi del Centro Benessere (Diurno) Comunale.
Si da atto che l’Associazione La Misericordia, con sede in Vico Equense alla Piazza S. Renato, intervenuta telefonicamente nell’ambito della riunione della presente intesa, ha manifestato la propria disponibilità a mantenere ed assumere il solo servizio di Trasporto Disabili ai Centri di Riabilitazione ed eventualmente il Servizio di Telesoccorso”.
Tutto passa nel più assoluto silenzio, anche da parte dei consiglieri comunali all’epoca in carica.
Ma c’è un intoppo.
La GESCO – Consorzio di Cooperative Sociali, impugnava innanzi al TAR la delibera di G.C. n. 231 del 14.12.2010, ed il TAR Napoli, con sentenza n. 4088 del 27.7.2011, lo accoglieva e bacchettava il Comune, affermando che i servizi andavano affidati nel rispetto delle regole europee sulla concorrenza per cui“l’ingiustificata restrizione della concorrenza operata dal Comune di Vico Equense che, omettendo di indire una gara, seppure informale, ha impedito al Consorzio ricorrente (composto anch’esso di cooperative sociali) di manifestare il proprio interesse a conseguire l’attribuzione dei servizi predetti rende illegittima, anche sotto questo profilo, la delibera impugnata”.
Il TAR condannava il Comune a rimborsare le spese di giudizio.
Con altro ricorso (R.G. 677/2011) la GESCO impugnava la deliberazione della Giunta comunale di Vico Equense n. 1 del 14 gennaio 2011, di “concessione in comodato d’uso dei locali di proprietà comunale all’associazione di Promozione Sociale Help”, ed il TAR dava ragione per la seconda volta al Consorzio e condannava il Comune al pagamento delle spese di giudizio ( sentenza Sez. I (sentenza n. 4089/2011).
Ma il Sindaco continuava imperterrito per la sua strada, non rispettava le sentenze del TAR e, con ordinanze contingibili ed urgenti, n. 370, 371, 372, 373 e 374 dell’8 agosto 2011, dava alle originarie affidatarie l’incarico di svolgere attività di volontariato a supporto dell’amministrazione comunale nelle attività e nell’erogazione dei servizi di cui alla predetta controversia, “secondo le indicazioni e le direttive impartite dallo stesso Servizio Politiche Sociali”, fino alla data del 30 settembre 2011.
Terzo ricorso e per la terza volta il TAR Napoli dava torto al Comune ed accoglieva il ricorso con sentenza n. 68 dell’11.1.2012, affermando che “il Comune ha, ora con atti illegittimi, ora in via di fatto, procrastinato una situazione contrastante col suo obbligo di ripristinare condizioni di legittimità nell’erogazione dei servizi di cui si discorre e che, essendo l’avvio del nuovo sistema ancora in itinere, presenta il concreto pericolo di perdurare ancora per mesi. Per tali ragioni, il ricorso va accolto e, per l’effetto, le ordinanze sindacali impugnate devono essere dichiarate inefficaci (art. 114, co. 4 lett. c), c.p.a.) e, conseguentemente, prive di titolo le prestazioni in base alle stesse erogate per conto del Comune di Vico Equense, che, per questa ragione, non potranno valere ai fini della maturazione di eventuali esperienze nello specifico settore da spendere presso la stessa o altre amministrazioni”.
Il Comune veniva condannato al pagamento di € 2.000,00 oltre IVA (21%9 e Cassa Avvocati (4%) e rimborso tassa di ricorso.
Ma l’ostinazione del Sindaco è cosa nota.
Dava incarico al legale del Comune per impugnare le sentenze n. 4088 e n. 4089 del TAR Napoli, ma anche questa volta ha avuto torto.
Il Consiglio di Stato, Sez. V, infatti, respingeva l’appello e condannava il Comune a pagare € 5.000,00per spese di giudizio in favore del Consorzio Gesco ( sentenza n. 5554 del 10.10.2011).
L’ impegno di spesa sostenuto per tali affidamenti è stato complessivamente di € 300.000,00, di cui € 220.000,00 al Capitolo 1454, impegno 138/2011 e € 80.000,00 al Capitolo 1450, impegno 139/2011 (cfr. determina n. 17 del 9/6/2011 del Servizio Politiche Sociali).
Tale somma va addebitata a coloro che l’hanno disposta per effetto dell’annullamento dei provvedimenti da parte del Giudice amministrativo e di cui alle sentenze sopra richiamate, passate in cosa giudicata.
II
IL PIANO B
Fallito il piano A, il Sindaco Cinque e l’Assessora Cioffi passavano al piano B, facendo approvare dal Consiglio Comunale il “Regolamento per l’istituzione e l’erogazione dei titoli sociali ( buoni sociali) per il servizio di assistenza domiciliare”(delibera n. 30 del 28..11.2011, approvata con il voto contrario dei Consiglieri del Gruppo In Movimento per Vico ).
Con tale delibera si istituiscono il buono sociale ed il vaucher sociale, che vengono assegnati al cittadino- utente che può spenderli come meglio crede, scegliendo l’operatore tra i soggetti accreditati presso il Comune.
Dal punto di vista squisitamente tecnico si tratterebbe di metodo assai preferibile sotto diversi aspetti e principalmente sotto l’aspetto della libertà di scelta da parte dell’utente.
Ciò nonostante tale sistema era stato bocciato, in un formale verbale di riunione tra i Comuni rientranti nell’Ambito Territoriale n. 33, dagli altri cinque Comuni del medesimo Ambito.
La “bocciatura” riguarda, soprattutto, l’impossibilità di gestire il voucher (che è, per semplificazione, un assegno nelle mani del cittadino/utente/cliente), senza poter contare su flussi finanziari che siano effettivamente incamerati dalla tesoreria unica dell’Ambito Territoriale, sì da consentire alla stessa di onorare gli enti gestori, cui i cittadini consegnano il voucher corrispondente all’erogazione della prestazione.
Ma tale sistema potrebbe essere attuato in maniera ben diversa : al cittadino si potrebbe non erogare il voucher, ma gli si potrebbe chiedere da quale ente gestore, tra quelli che si sono accreditati presso il Comune, intende essere erogata la prestazione, per poi liquidare il corrispettivo in un rapporto Comune/Ente Gestore/Accreditato.
Diciamo, potrebbe!
Sta di fatto che per l’anno 2013 i soggetti prescelti dagli utenti appartengono solo a tre associazioni già beneficiarie dell’accordo del 2010, annullato dal TAR. Per la precisione 17 ad una, 27 ad un’altra e 22 alla terza. Mentre solo 2 utenti hanno scelto dipendenti del Consorzio Gesco.
Questo – diciamo- è un dato statistico.
Ma gestire con voucher i soli fondi comunali è cosa assai diversa dal doverlo fare, per i medesimi servizi, con fondi provenienti anche da Provincia, Regione, Europa, con tempi di incameramento e disponibilità di cassa assai differenti!
III
LE RAGIONI UFFICIALI DEL RIFIUTO DEL COMUNE DI VICO EQUENSE AD ADERIRE AL PIANO
Il Comune di Vico Equense contesta :
A) il costo dei servizi
A tal fine, si deve evidenziare che il Servizio Politiche Sociali ritiene di applicare le tabelle ministeriali relative al costo orario dei lavoratori delle imprese sociali, riducendo, a suo arbitrio, le “voci”, che non ritiene applicabili a “specifici” lavoratori, peraltro tener conto degli oneri generali di gestione dell’impresa, quelli per la sicurezza, per la qualità e per tutte le voci che distinguono l’esternalizzazione di un servizio dall’ “intermediazione di mano d’opera”.
Si consideri, ad es., che per il Servizio di Assistenza Domiciliare per le persone anziane (effettuato con operatore socio assistenziale – O.S.A. -), a fronte di un costo orario per il Servizio pari a max 17,00euro/ora, praticato attualmente dai Comuni Associati dell’Ambito Territoriale, il Comune di Vico Equense prevede un importo di 13,00 euro/ora.
Tale importo “obbliga” il gestore a non applicare i contratti collettivi di lavoro e a dover ricorrere a forme di contribuzione da parte degli stessi operatori agli oneri d’impresa.
b) la spesa eccessiva per il Servizio di Equipe Multidisciplinare.
Tale servizio svolge le seguenti attività:
b.1 PRONTO INTERVENTO SOCIALE, servizio essenziale previsto dall’art. 5, lettera d, della L.R. 11/07, che con n. 3 assistenti sociali garantisce il servizio 24 h, ad un costo, da ripartire tra tutti i Comuni Associati, di ca. 7.500,00 euro mensili, cioè 2.500 euro lordi al mese da parte di personale qualificato ad un costo.
Si pensi quanto costerebbe lo stesso Servizio effettuato con dipendenti comunali, ammesso che se ne trovino di disponibili.
Ed infatti Vico non offre tale servizio ai propri cittadini.
b.2 Segretariato Sociale, servizio essenziale, previsto dall’art. 5, lettera a, della L.R. 11/07, che con n. 3 unità, esperti dell’area psico-sociale e della comunicazione, garantisce l’intervento multidisciplinare ed il lavoro di rete, previsto dall’art. 24, comma 3, della L.R. 11/07, ad un costo, sempre da ripartire tra tutti i Comuni Associati, di ca. 7.500,00 mensili.
Tale servizio si svolge, in sinergia con gli assistenti sociali dipendenti comunali, presso le sedi comunali, l’Ufficio di Piano di Zona, le sedi dell’A.S.L., le sedi dei Servizi Esternalizzati, il domicilio degli utenti, le agenzie territoriali coinvolte nei progetti d’intervento individualizzati.
b.3 Fund Raising, servizio necessario per l’intercettazione e la gestione tecnico/scientifica di svariati milioni di euro di progettazioni con fondi “ulteriori” rispetto a quelli “minimi” in dotazione dell’Ambito Territoriale (anche in questo caso il costo è pari a ca. 2.500,00 euro lordi mensili cadauno.
B ) ELEVATO COSTO DELL’UFFICIO DI PIANO DI ZONA.
Tale Ufficio è composto da un Coordinatore, dipendente di uno dei Comuni Associati, in Posizione Organizzativa, e da un Vice Coordinatore, sempre dipendente di uno dei Comuni Associati (in part time al 75%).
Ai costi del succitato personale, si aggiungono quelli relativi al fitto della struttura (800,00 euro mensili), alle utenze, al materiale di consumo, alla strumentazione. Tutti costi oggettivi e regolarmente rendicontati, riducibili, per la parte del fitto, se i Comuni Associati fornissero la disponibilità di una sede gratuita (spesso sbandierata e mai, di fatto, resa operativa);
C) DUPLICAZIONE DI COSTI PER IL COMUNE
Ciò dipende dal fatto che il Comune spende soldi per personale interno per attività di competenza dell’Ufficio di Piano Sociale di Zona.
A tal proposito, va ricordato che i Comuni Associati impiegano soltanto l’assistente sociale dipendente, che svolge mansioni diverse dagli operatori dell’Ufficio di Piano di Zona.
Soltanto il Comune di Vico Equense dichiara di impiegare ben n. 4 unità di personale per svolgere i medesimi procedimenti.
Dunque, chi è il responsabile degli sprechi ? Il Piano Sociale, obbligatorio per legge, o il Comune di Vico Equense, che, pur impiegando 4 unità, non ha rispettato l’obbligo di legge di impiegare assistenti sociali in ragione di uno ogni 10.000 cittadini residenti ( art. 10 della L.R. 11/07).
A tal proposito, va rilevato che, dopo il pensionamento dell’assistente sociale, Concetta Guida, il Comune ha espletato un avviso pubblico per titoli e colloquio per un assistente sociale a tempo determinato e per sei mesi.
La vincitrice di tale avviso ha ottenuto la trasformazione del proprio rapporto di lavoro da 6 mesi a 3 anni e da tempo parziale a full time, senza che nessun procedimento di evidenza pubblica abbia offerto tale possibilità a chi aveva partecipato all’avviso pubblico iniziale che, invece, prevedeva esclusivamente un tempo parziale per soli sei mesi.
Tale rapporto di lavoro, poi, è stato stabilizzato con un recente concorso.
Analogamente, il Comune, senza alcun procedimento di evidenza pubblica, ha contrattualizzato, con contratto atipico, una psicologa per tre anni di seguito – durante i quali la stessa ha anche acquisito il titolo di assistente sociale -, per poi assumerla con l’ultimo concorso attribuendo 5 punti di valutazione per aver collaborato per tre anni con l’amministrazione.
Il bando di tale concorso, peraltro, non ha esplicitato se il Comune avesse bisogno di assistenti sociali, psicologi, sociologi, laureati in scienze politiche, come se non si dovesse rispettare l’obbligo di legge regionale di avere almeno due assistenti sociali – essendo Vico Equense un Comune di oltre 20.000 abitanti.
Tale concorso è oggetto di indagini da parte della Polizia Giudiziaria.
D) MINORE SPESA
Dall’anno 2001, nascita del Piano Sociale di Zona, il Comune di Vico Equense è sempre stato il Comune della Penisola Sorrentina che ha speso, per abitante, meno soldi per le politiche sociali.
In particolare, nell’ultimo anno di permanenza nel Piano Sociale di Zona, Vico Equense ha trasferito soltanto ca. 160.000,00 al Fondo Unico d’Ambito (a fronte di oltre il 300% in più per abitante di alcuni altri Comuni limitrofi).
Il Servizio Politiche Sociale, nel quantificare le spesa per gli anni 2011, 2012 e 2013, non calcola le spese per i contratti atipici stipulati direttamente con gli operatori (pratica che non sarebbe più concessa ai Comuni per prestazioni essenziali), quelle per strutture, utenze, materiali di consumo, trasporto, ecc., gestiti direttamente, con capitoli vari del bilancio comunale, sicchè il costo annuo effettivo si aggira sui450.000,00 euro.
Tali fondi, se utilizzati con una gestione ottimale del Piano Sociale di Zona, avrebbero incrementato le prestazioni erogate ai cittadini, considerato che i costi dell’apparato non aumentano con l’incremento dei trasferimenti, potendo destinare gli stessi aumenti di trasferimento esclusivamente all’espletamento dei Servizi.
IV
GLI EFFETTI DELLA MANCATA ADESIONE
E’ pacifico che la non adesione all’Ambito Territoriale comporta, immediatamente, la perdita dei finanziamenti destinati esclusivamente ai Comuni Associati in Ambiti Territoriali.
Attualmente tale perdita riguarda
- quota parte del Fondo Regionale per le Politiche Sociali per l’anno 2013 destinato all’Ambito Territoriale N 33 (pari a ca. 700.000,00 euro);
- quota parte dei Fondi di Azione e Coesione in favore di prima infanzia e persone anziane dell’Ambito Territoriale N 33 (pari a ca. 1.100.000,00);
- fondi per la non autosufficienza (pari, almeno, al 50% della spesa socio-sanitaria in capo all’ente Comune. Si tratta di una spesa che i Comuni Associati in Ambito Territoriale si vedono ristorata, appunto, del 50%);
- fondi europei, già intercettati dall’ex Ambito Territoriale N 13, per Centri Polifunzionali, per ca.1.200.000,00 euro; Giovani Attivi, per ca. 100.000,00 euro; Voucher sociali a finalità multipla, per ca.108.000,00 euro; Asilo nido, per ca. 450.000,00 euro; ecc.).
La non adesione formale all’Ambito Territoriale ha comportato l’esclusione da attività fondamentali per l’Ente comunale.
In particolare, il Comune di Vico si sottrae a tutte le procedure di tutela degli utenti, di inserimento dati nel sistema informativo regionale, di applicazione degli standard previsti dalla carta dei servizi (carta della cittadinanza ed ufficio di tutela degli utenti), di aggiornamento continuo delle procedure, di monitoraggio e verifica, di controllo delle strutture territoriali e delle domande di accesso ai servizi di customer satisfaction, che sono invece garantite dai Comuni che devono rispettare le procedure regionali di gestione dei Piani di Zona .
V
L’ILLEGITTIMITA’ DELLA MANCATA ADESIONE
L’adesione all’Ambito Territoriale, la cui composizione territoriale è definita con norma regionale, è un obbligo di legge ( art. 7, L.R. 11/07 e Decreto Dirigenziale 308/13).
Tale disposizione è stata grossolanamente violata dal Sindaco di Vico Equense, che si è arrogato il diritto di decidere la non adesione al Piano con una propria nota, in cui dettava le proprie condizioni ( sic !) per la sottoscrizione della convenzione, violando l’art. del TUEL che assegna al Consiglio Comunale la competenza in materia.
Tale omissione è stata denunciata dagli scriventi consiglieri comunale al Prefetto e al Dirigente Regionale dott. Oddati con interrogazione urgente del 9.9.1013, alla quale il Sindaco, titolare di tutte le competenze non avendo assegnate alcuna delega ai propri Assessori (!), non ha dato risposta.
Inoltre, la maggioranza consiliare, assecondando il Sindaco e l’Assessora Cioffi, si è rifiutata di discutere l’odierno argomento alla seduta del 20 agosto 2013, con la conseguenza dell’avvio del procedimento di surroga da parte della Regione prot. n. 653922 del 23/9/2013 ed il Commissariamento, disposto con delibera di Giunta Regionale n. 474 del 31/10/2013 ( sul BURC n. 60 del 4.11.2013).
E’ interessante riportare alcuni passaggi della delibera.
“Preso atto
- della nota a mezzo pec acquisita al protocollo regionale n. 0696961 del 10 ottobre 2013 con la quale i Sindaci dei Comuni di Massa Lubrense, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento, assumono che l’esercizio dei poteri sostitutivi non debba essere attivato nei confronti dei Comuni che hanno aderito alla forma associativa prescelta e che hanno adottato il piano di zona;
- Della nota acquisita al protocollo regionale con numero 0699209 dell’11 novembre 2013 del Comune di Vico Equense con la quale, tra l’altro, rigetta ogni attribuzione di inadempienza e comunica di non aver proceduto alla sottoscrizione della convenzione ritenendo presenti irregolarità.
- La mancata adozione ai sensi del TUEL da parte di tutti i Comuni dell’ambito N33 della forma associativa per l’esercizio associato delle funzioni comunali inerenti la erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali incide sull’assetto istituzionale dell’ambito e pregiudica l’attuazione della disciplina del sistema integrato locale recata dalla legge regionale n. 11/2007 e, in particolare, l’adozione del piano di zona I annualità del Piano Sociale Regionale;
- La mancata adozione della forma associativa pregiudica, inoltre, la possibilità di accedere alle risorse del PAC destinate a favorire la crescita e l’inclusione sociale nel Mezzogiorno, attraverso il rafforzamento dell’offerta di servizi, determinando una grave penalizzazione per i cittadini e gli utenti;
- Il Programma nazionale “Servizi di cura per l’infanzia e gli anziani non autosufficienti” a favore delle Regioni “Obiettivo Convergenza” nell’ambito del Piano di Azione e Coesione (PAC) individua quali beneficiari del riparto finanziario i soggetti capofila degli ambiti territoriali;
- Il piano di zona di ambito è lo strumento essenziale di programmazione e di realizzazione del sistema integrato locale degli interventi e dei servizi sociali;
- La mancata adozione, mediante accordo di programma, del piano di zona degli interventi e servizi sociali di cui all’articolo 21 incide irreparabilmente sulla realizzazione degli interventi e dei servizi sociali;
- La natura obbligatoria degli atti di adozione della forma associativa dei comuni e del piano di zona sostanzia la fattispecie prevista dall’articolo 47 della L.R. n. 11/2007 per far luogo all’esercizio del potere sostitutivo.”
Va solo denunciato il tentativo ridicolo e risibile del Sindaco e del Responsabile del Servizio Politiche Sociali di giustificare la mancata adesione al Piano per irregolarità della convenzione, avendo il Sindaco nella nota del 3/9/2013 espressamente sottoposto la sottoscrizione della convenzione a condizioni che la maggioranza dei Comuni costituenti l’Ambito non hanno accettato (cfr. nota di deduzioni all’avvio del procedimento della Regione Campania dell’8/10/2013 dei Sindaci di Sorrento, Massa Lubrense, Piano di Sorrento e Sant’Agnello.
VI
CONCLUSIONI
Alla luce di quanto sopra, ed, in particolare, della delibera di Giunta Regionale di nomina delCommissario ad Acta, il Consiglio Comunale di Vico Equense non può sottrarsi all’obbligo di adesione al Piano sociale di Zona – Ambito n.13 – , precisandosi che, sino alla individuazione del Commissario ed al suo insediamento, ben può l’Ente surrogato provvedere agli adempimento di sua competenza (tra le tante, Consiglio di Stato, Sez. VI, 17..11.2008 n. 5055).
Sul piano politico non può essere sottaciuta la gravissima responsabilità del Sindaco, dell’ex Assessora ai Servizi Sociali, sig.ra Cioffi, e del Servizio Politiche Sociali per il comportamento tenuto nella vicenda “de qua”, che ha portato all’adozione dei citati provvedimenti di surroga.
Sempre sul piano politico, va richiamata la nota dei Sindaci dei Comuni di Sorrento, Massa Lubrense, Piano di Sorrento e Sant’Agnello, e dei Responsabili Provinciali di CGIL, UIL E CISL del 15/10/2013,inviata al Prefetto della Provincia di Napoli, con la quale si denuncia la criticità relativa all’accesso ai fondi di cui al Piano di azione e Coesione (P.A.C.) per l’ambito territoriale 33 per effetto del comportamento omissivo dei Comuni di Vico Equense e Meta, a tutela dei diritti essenziali di cittadinanza delle fasce più fragili della popolazione.
Vico Equense, 5 novembre 2013
I Consiglieri Comunali
Avv. Aldo Starace
dott.ssa Claudia Scaramellino
dott. Natale Maresca
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