Il consigliere Antonio D’Aniello boccia l’idea di un mini-partito della penisola
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Piano di Sorrento - «Un’iniziativa politicamente
inutile ed ipocrita». Non è
tutto oro quello che luccica.
Almeno stando alla pesante
bordata di chi, nel progetto
della Lega sorrentina – il
«minipartito» della penisola
lanciato a braccetto nelle
ultime settimane dai sindaci
di Sorrento e Sant’Agnello,
Giuseppe Cuomo e Piergiorgio
Sagristani – non ci
crede neanche un po’. Anzi.
«Pensassero all’Unione dei
Comuni…». Parole e musica
di Antonio D’Aniello,
consigliere comunale di opposizione
in forza al Partito
democratico a Piano di Sorrento.
Che come ormai è divenuta
tradizione, dalle colonne
del suo blog ufficiale,
non si tira mai indietro per
commentare gli sviluppi
del movimento caldeggiato
dai vertici delle amministrazioni
della costiera. Un
tentativo già sposato con
entusiasmo ovviamente
anche a Piano di Sorrento,
con le recenti adesioni degli
assessori Vincenzo Iaccarino
e Daniele Acampora,
sostenuti dal consigliere
Pasquale D’Aniello uscito
dalla giunta nel corso
dell’ultimo rimpasto messo
a punto dal sindaco Giovanni
Ruggiero.
Gli scettici, sia chiaro,
iniziano ad aumentare.
Primi malumori sorti a
Sant’Agnello, con le polemiche
firmate dall’ex
sindaco Gian Michele Orlando
e dal consigliere di
minoranza Pietro Gnarra.
A seguire, l’attacco da Piano
di Sorrento lanciato da
D’Aniello del Pd.
«La nuova iniziativa lanciata
da Sagristani&Cuomo,
che sta raccogliendo adesioni
anche nel nostro Comune,
mi sembra un’iniziativa
inutile ed anche un
po’ ipocrita – scrive il consigliere
sul suo blog -. Ipocrita
perché gli stessi sindaci
piuttosto che creare spazi
politici, potrebbero (finalmente)
creare uno spazio
amministrativo, quale
l’Unione dei Comuni, di
cui sono circolate bozze di
statuto, sono state fatte discussioni,
ma alla fine non
si è approdato a nulla. Se discutere francamente non
può convincermi» Il progetto,
secondo D’Aniello,
è anche «inutile, cosa può
rappresentare una “Lega
della penisola sorrentina”,
tralasciando ogni riferimento
a ben altra Lega che
ha prodotto solo danni al
nostro Paese, alla fine non è
utile cercare di essere forti
all’interno della penisola,
piuttosto le personalità politiche
della zona dovrebbero
smettere di pensare
che a Vico Equense finisce
il mondo. Sarebbe più utile
che gli amministratori e
politici locali iniziassero a
frequentare le assemblee di
partito, acquisire contatti
nazionali che non usino la
penisola per la solita “passarella
elettorale”, ma che
riconoscano gli amministratori
locali come interlocutori.
Spero come al solito
di sbagliarmi e che la “Lega
sorrentina” non sia un altro
modo per tenere in caldo
i soliti nomi e cercare di
catapultarli sullo scenario
regionale. Il campanilismo
a mio avviso è rischioso e
non paga. Aspettiamo gli
ulteriori sviluppi per capire
i prossimi passi».
L’ultima stoccata: «Un
consiglio agli animatori
del movimento, cambiate
nome, altrimenti nel prossimo
post potrei chiamarvi
leghisti…».
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