mercoledì 16 aprile 2014
Gli auguri di Flora Beneduce
Vico Equense - La Pasqua non è un giorno, ma una dimensione di fede e, soprattutto, di vita. La Pasqua è una meta, a cui si giunge dopo un calvario di sofferenze, con i passi pesanti di chi porta una croce. Hanno nomi diversi le nostre croci – malattie, incomprensioni, solitudini, abbandoni, lutti, difficoltà economiche -, ma tutte intorpidiscono la volontà di essere felici e la speranza che in futuro possa esserci nuovamente vita.
Eppure, oltre il nostro dolore, c’è la luce, c’è la Resurrezione, c’è la Pasqua.
Il mio augurio è che ciascuno di noi possa sentire la propria sofferenza come una contingenza temporanea, di passaggio. Perché, dopo l’agonia del presente, c’è una promessa, che ciascuno di noi può colorare dei progetti, delle aspettative, delle sfumature che desidera.
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