martedì 9 giugno 2015

Riceviamo e pubblichiamo. Querelle tra ammalati oncologici e donatori di sangue in penisola sorrentina

Michele Cannavacciuolo
di Michele Cannavacciuolo 

Vico Equense - Al momento di apprendere la notizia sono stato assalito da una sensazione di vergogna: vergogna di appartenere allo stesso genere di chi con mal celata noncuranza, trasforma in “competizione” una giusta e sacrosanta necessità sanitaria. Se da una parte non si può negare il diritto di essere curati in modo “umano” (chi scrive ha la moglie operata al seno, e non da un chirurgo plastico, ma da un oncologo), neanche si può colpire in modo indiscriminato chi con un senso di forte “solidarietà” e “cristianità” offre il proprio sangue ha chi né ha bisogno. Non conosco i motivi che hanno portato a tanto ma, invece di beccarci come i capponi di Renzo, perché non uniamo le forze e la vera battaglia la combattiamo contro chi specula sulle sventure umane, arricchendosi senza vergogna e senza alcun timore? E i sindaci della nostra tanto decantata terra che fanno? Povero dottor Mario Cappiello, quanta umanità nel suo agire, quanto inutile sacrificio per niente. Quante competenze, quanta umanità ho trovato in tanti anni di donazioni soprattutto a Sorrento, presso un centro trasfusionale sempre più bistrattato, uno scantinato, un angolo invivibile.
 
Chissà se il sangue lo si dovesse pagare, forse per noi donatori ci sarebbe più rispetto. Ormai ho 63 anni e ho sempre donato, tre volte all’anno: a Natale a Pasqua e a ferragosto, il mio modo laico di santificare le feste e come me migliaia di altre persone. Adesso siamo tutti alla mercè di politicanti senza scrupoli ed onore, che delle necessità del popolo se ne fottono. Poveri noi! Per finire, vorrei ringraziare di cuore i medici del centro di Sorrento, un saluto particolare alla signora Anna ed un ricordo infinito per Mario.

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