di Filomena Baratto
Vico Equense - Quando si è figli non si comprendono i genitori, non si può e non per cattiva volontà, ma si è nell’età della felicità. Tutto quello che si fa, si crede lo si faccia per propria abilità. Ma poi, quando sei genitore, capisci che da piccolo ti eri illuso sulle cose dei grandi, perché ora che lo sei anche tu, vedi che i tuoi figli ti portano il cuore a spasso e tu non puoi fare niente. Da genitore ti rendi conto che i tuoi erano formidabili anche negli errori, che il bene è un modo di porgersi e non ha alcuna prescrizione su come deve essere somministrato, ciascuno lo dimostra secondo le sue possibilità, un modo tutto personale; che il sorriso che ti donano è quello che ti accompagnerà per sempre, che anche i momenti negativi con loro lasciano ricordi piacevoli, perfino uno schiaffo dato al momento giusto, ora lo ricordi come un momento di crescita. Quando sei genitore capisci che quel bene ti ha fatto crescere, ti ha tirato su nel modo migliore e il modo in cui ti è stato dato forse non era niente male. E ti rendi conto che nel rapporto con i figli non servono poi tante parole se si è già di esempio per loro, a patto di non bluffare, di fare e dire in perfetta sintonia. Non puoi essere onesto con i figli e disonesto con gli altri, amorevole con loro e distaccato col resto del mondo. C’è il pericolo che imparino non quello che vivono dentro casa, ma il tuo comportamento fuori. E poi quando gli atteggiamenti non collimano, ti fanno delle domande e quelle sono punte di coltello al fianco che non sai come rispondere e finisci sempre per sortire l’effetto contrario. E non ti basta sopperire col denaro quello che non dai con l’educazione, né credere che crescano come le piante del giardino se non dai il concime fatto col tuo bene.
E capisci che non puoi metterti al loro posto se non hanno le tue stesse aspirazioni e non ascoltano i tuoi consigli, per loro sei obsoleto e la vita la vogliono tra le mani e non col fiato sul collo. Quando sei genitore capisci che figlio eri, quello che i genitori ti hanno dato e di che qualità era, dove si sono sprecati e se ti hanno capito. Sai perfettamente quali sono le cose che ti mancano, che cosa non faresti e quello che vorresti se potessi tornare indietro figlio per prenderti quello che credevi fosse niente e invece era tutto quello che volevi. Da genitore capisci come vorresti che fossero i tuoi figli, ma non puoi fare altro che dosare le parole, reprimere talvolta i sentimenti, essere sempre all’altezza delle situazioni, non farti cogliere impreparato e infondergli fiducia per dargli la forza di cavarsela anche senza di te. E poi devi fare i conti col bambino che eri tu e ancora è in te e l’adulto che sei diventato e le responsabilità che una volta sottolineavi ai tuoi e che ora spettano a te. Quando eri figlio volevi fare il grande per tagliare con quel legame soffocante, adesso che sei genitore vorresti ritornare al passato per aver capito perfettamente la lezione. E poi le voci, le parole, i motti che ancora risuonano nella mente che i tuoi dicevano per il tuo bene e tu li mandavi a quel paese, ma oggi li propini ai tuoi figli e ti rispondono esattamente come facevi tu alla loro età. E poi la vita te li porta lontano, te li manda per il mondo a trovare cose che non hanno trovato qui o non erano adatte per loro. E non sai se qui quelle cose forse non le hanno saputo trovare o vedere o se a non gli sono bastate. E capisci ancora meglio cos’è essere genitore quando coi figli non c’entri più, sei diventata già una radice, mentre fuori, lì sui rami è primavera. Ma tutto quello che forma un figlio è quello che gli hai messo dentro: un motore fatto di entusiasmo, di pensieri e voglia di crescere sempre.
1 commento:
E' la vita che si ripete!
Non esistono formule per essere dei bravi genitori, ne dei bravi figli e per quanto ci si rifletta su, rimuginando sugli errori commessi senza accorgersene, si perpetuano sempre.
Fondamentale è ( o sarebbe ) imparare a saper amare.
Anna Todisco
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