di Filomena Baratto
Vico Equense - Finalmente è finito lo stress della campagna elettorale e dopo le abbuffate di pizze in questi giorni, ho bisogno di un piatto energetico e gustoso e che mi ricarichi e mi faccia perdere di vista la continua dieta a cui mi sottopongo.
C’è un piatto molto semplice nella preparazione, che una volta a tavola, state certi non ne resta nemmeno un filo. Un piatto che si mangia con gusto ad ogni stagione. Per me è un passepartout, lo preparo ogni volta che ho difficoltà a mettere d’accordo un menù per tutti. E accade nelle grandi ricorrenze quando c’è sempre qualcuno che non gradisce parte del menù, allora sforno il mio piatto sicuro. Quando lo porto in tavola mi dicono: “Ma no, ma dai”, poi si incuriosiscono, lo guardano e, come sempre accade, il piatto resta vuoto.
Parlo di spaghetti, acciughe e pangrattato. La prima volta che ne ho sentito parlare è stato a scuola, da una collega a ora di pranzo e con un collegio docenti ancora in corso, che non ne voleva sapere di finire. Lei si disperava, per il fatto che avremmo fatto tardi e non era riuscita a fare la spesa e la mamma voleva per pranzo questo piatto. Mi raccontò che sua madre, una novantenne, mangiava questi spaghetti tre volte a settimana e che non si poteva permettere di variare la sua dieta, per sua madre questa era la ricetta dell’elisir di lunga vita.
Poverina, si disperava, il collegio andava per le lunghe e, se si fosse fatto tardi, lei non avrebbe preso le acciughe e sua madre avrebbe fatto i capricci. Si sa come sono le persone anziane, ogni loro desiderio è un ordine e non avrebbe voluto altro piatto se non quello con gli spaghetti, a costo di non mangiare.
Per tutto il tempo dell’ultima fase del collegio, durante il quale si discussero argomenti di estrema importanza, io ebbi la collega che spiegava le fasi della ricetta in sottofondo. A sentirla, mi passava sotto il naso ora il prezzemolo e le acciughe nell’olio, ora il parmigiano, e poi il pangrattato in padella. Sembrava di vedere già il piatto fumante davanti e una voglia irresistibile di assaggiare. A quell’ora poi non aveva prezzo. Quando tornai a casa, già tardi e con i miei a mangiare già da un pezzo, mi diedi da fare per preparare anch’io gli spaghetti dell’elisir di lunga vita, lasciando tutti a bocca aperta. Avevo gli ingredienti: spaghetti, olio extravergine d’oliva, acciughe, quelle buone che non si sfarinano nell’olio, aglio, prezzemolo abbondante e peperoncino.
Misi l’acqua per la pasta a bollire, nel frattempo presi la mia padella che uso per le crepes, ci misi dell’olio a coprire il fondo, due agli a pezzettini piccolissimi, abbondante prezzemolo tritato e lasciai a sfriggere nell’olio caldo. Poi aggiunsi un barattolo di acciughe che scolai e feci a pezzetti. In questo abbondai, mi piacciono troppo le acciughe. Dopo spensi e presi un’altra padella più larga, ci misi del pangrattato a coprire tutto il fondo, poi lasciai cuocere girando continuamente con un cucchiaio di legno fino a che diventò scuro, ma non bruciacchiato. Dava un profumo così buono che tutti cominciarono a chiedermi cosa stessi facendo. Non rispondevo, volevo sbrigarmi e farglielo assaggiare. Scolai la pasta, versai l’olio della padellina sulla pasta e girai, poi aggiunsi il pangrattato, un po’ di parmigiano e del peperoncino. I miei assaggiarono senza proferire alcuna parola e dopo aver mangiato già un piatto di insalata di riso. So solo che ne mangiai così tanti da esagerare. Da allora è diventato il mio asso nella manica. Durante le feste sono obbligata a farlo come secondo piatto, lo esigono ed io non posso esimermi dal prepararlo. Se ci sono ospiti, lo propongo e tutti lo gradiscono. Un Capodanno l’ho preparato al posto del classico piatto con frutti di mare con un successo strepitoso.
Anche oggi mangerò questo. Avevo intenzione di digiunare dopo la cucina domenicale, sempre troppo ricca, ma devo pur nutrirmi e stare in forze e questo è il piatto della forza, dell’elisir di lunga vita. La mamma della mia collega, ancora oggi lo mangia senza sconti, né divieti. Sarà davvero un piatto di lunga vita?
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