sabato 27 maggio 2017

Due Comuni su tre rifiutano i migranti

Solo ieri tremila arrivi, in Campania ospitati cinquemila profughi 

Fonte: Valentino Di Giacomo da Il Mattino 

Sono quasi 3mila i migranti giunti in Italia soltanto nella giornata di ieri e già si rischia il tutto esaurito nei centri di accoglienza, anche nelle strutture aperte recentemente. Dall'inizio dell'anno si sfiorano le 60mila unità, ma i numeri sono destinati ad impennarsi con l'arrivo dell'estate. Nel 2016 si è raggiunto il picco di 181 mila immigrati sbarcati sulle nostre coste, un record destinato ad essere avvicinato - se non superato - anche nel 2017. Oltre il 90% dei disperati arriva dalla Libia. La scorsa settimana la visita del ministro Minniti a Tripoli avrebbe dovuto suggellare un patto con il provvisorio governo libico per limitare gli sbarchi, ma invece le carrette del mare continuano a partire dai porti nord africani. Il governo italiano aveva chiesto maggiori controlli alla polizia libica almeno nella settimana in cui il nostro Paese è impegnato ad ospitare il G7 a Taormina, ma la fragilità dell'esecutivo del provvisorio premier Sarraj, la vasta corruzione tra scafisti e guardiacoste, hanno dato l'ennesima conferma che per contenere il fenomeno migratorio sarà opportuno trovare m fretta soluzioni alternative.
 
Un Paese, quello libico, ormai diventato un colabrodo sia a Sud, al confine col Niger, da dove arrivano tutti i disperati dall'Africa sub sahariana, sia nella fascia costiera nord-occidentale dove sono collocati i porti da cui partono quasi tutti i barconi verso l'Italia. In un business senza freni che coinvolge migliaia di persone che si sostentano grazie al traffico di esseri umani. Tanti sono stati gli incontri bilaterali tra il pletorico governo libico e quello italiano per cercare di stringere degli accordi, ma il processo che porterebbe alla limitazione degli sbarchi dalla Libia richiede molti mesi, forse anni. E, nel frattempo, le partenze continuano ogni giorno ad un ritmo incessante. Secondo le stime più recenti sarebbero oltre 150mila le persone già pronte a partire dalla Libia verso l'Italia, la maggior parte sono rinchiuse nelle prigioni per migranti distribuite nel Nord del Paese. Spesso - come rivelato anche da una recente dossier dell'intelligence austriaca pubblicato in esclusiva da Il Mattino - queste prigioni sono direttamente controllate dai personaggi che controllano il business dei migranti. Organizzazioni criminali che il governo libico non ha la forza ne l'autorità di limitare. E il caos della Libia si ripropone a latitudini differenti Italia e in Europa con i mancati ricollocamenti sia all'interno del nostro Paese che negli altri Stati europei che pure avrebbero firmato dei trattati per prendere in carico una parte dei migranti che giungono sulle nostre coste. Il piano di riparto previsto dal Viminale sull' accoglienza diffusa è ancora lontano dalla sua applicazione: ogni Comune italiano dovrebbe ospitare una quota prestabilita di migranti, ma al momento appena un sindaco su tre ha mantenuto i patti previsti dalla legge. Meno di 3mila comuni sugli 8mila previsti accolgono gli immigrati che, se distribuiti equamente, sarebbero appena tre ogni mille abitanti. La Campania, ad esempio, è la terza regione d'Italia per numero di immigrati ospitati con circa 5mila persone accolte grazie a 28 progetti territoriali. Ma, come nel resto d'Italia, ci sono forti differenze di distribuzione dei migranti tra i vari comuni. Nel complesso, i Comuni campani che hanno aderito alla rete di seconda accoglienza sono poco più di 40. Nella provincia di Napoli solo un terzo dei Comuni ha previsto dei piani di ospitalità, in quella di Salerno - dove ieri sono sbarcati oltre mille migranti - appena 11 Comuni sui 158 totali. Mentre al contempo ci sono territori in cui i richiedenti asilo sono ben di più del numero previsto, con il caso esemplare del litorale di Giugliano dove a distanza di poche centinaia di metri si trovano ben otto centri di accoglienza. E le percentuali che si registrano in Campania sono a grandi linee le stesse a livello nazionale. Anche i trasferimenti dei migranti da regione a regione avvengono molto lentamente tra lungaggini burocratiche e pretesti trovati dai territori che dovrebbero ospitarli. Numeri che diventano ancor più impietosi quando si tratta di trasferire i richiedenti asilo dall' Italia agli altri Paesi europei. I ricollocamenti procedono ad un passo da tartaruga. Oltre 5mila migranti avrebbero già esperito tutte le procedure per essere trasferiti dall'Italia verso il resto d'Europa, ma le altre nazioni fanno di tutto per non accoglierli. «Il punto critico - come ha spiegato solo pochi giorni fa lo stesso commissario europeo per la migrazione, Dimitri Avramopulos – resta la volontà politica e la cooperazione tra Stati mèmbri». Una cooperazione che fondamentalmente non esiste con i casi-limite dell'Austria che controlla la propria frontiera sul Brennero violando di fatto gli accordi di Schengen e l'Ungheria che ad oggi non ha voluto accogliere neppure un singolo migrante. Secondo un piano approvato dalla Ue alla fine del 2015 i migranti ricollocati dall'Italia avrebbero dovuto essere circa 6mila al giorno. Un progetto nato sulla carta, morto sulla carta. Secondo le ultime stime sul totale dei ricollocamenti che sarebbero dovuti verificarsi ne sono stati attuati appena il 5%. È così che l'Italia è diventato un «imbuto rovesciato» con l'enorme flusso che giunge in basso dalla Libia e l'esiguo numero di migranti distribuiti verso l'alto degli altri Paesi europei. Temi di cui si è discusso anche ieri nel corso del G7, nonostante la sede più appropriata sarebbe probabilmente quella degli organismi della Ue. Dal canto proprio l'Italia, con il Dl Minniti approvato lo scorso aprile, ha avviato una serie di procedure per contenere il fenomeno attraverso uno snellimento delle procedure per le richieste d'asilo e la creazione dei nuovi Centri di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) da allestire uno per ogni regione con 19 milioni di euro stanziati. Ma è un provvedimento che tornerà utile nel lungo periodo. Con l'estate alle porte e il flusso di migranti destinato a crescere esponenzialmente, al momento, esistono solo soluzioni di traccheggiamento. A meno che gli altri Paesi europei non inizino a cooperare o, alternativamente, se il governo italiano riuscisse a stringere degli accordi con Malta e Tunisia per far approdare i migranti recuperati a largo delle coste libiche anche in altri porti.

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