Castellammare di Stabia - Prosegue ad oltranza il presidio degli 80 operai di Meridbulloni, dopo la decisione dei proprietari di chiudere il sito stabiese e trasferirlo a Torino. I lavoratori hanno trascorso la notte all'aperto, in segno di protesta contro una decisione definita "scellerata e drammatica". Un fulmine a ciel sereno per decine di famiglie stabiesi, considerato che l'azienda che produce bulloni era ritenuta florida e quanto mai attiva. Ieri mattina un sostegno ai lavoratori è stato dato dal Monsignor Francesco Alfano, vescovo dell’arcidiocesi Castellammare-Sorrento. “Quanto sta accadendo sotto gli occhi di tutti alla Meridbulloni di Castellammare è assurdo e ingiustificabile: una fabbrica che chiude lasciando ancora una volta la nostra terra priva di uno sbocco lavorativo assai importante per i tanti operai e per i tanti altri coinvolti nell’indotto. Questa imminente decisione è uno schiaffo che arriva a tutti, pure a noi. Gli operai coinvolti, con le loro competenze e professionalità, rappresentano il bello del Sud Italia.” Queste le parole di Monsignor Alfano che si è recato all'esterno dei cancelli della fabbrica, situata al corso Alcide De Gasperi, per incontrare i lavoratori. “Possiamo accettare una perdita sociale ed economica – aggiunge Monsignor Alfano - così grave per il nostro territorio? Penso in particolare alle famiglie che si trovano all’improvviso in una condizione di rischio: potrebbe aumentare il numero dei poveri, che già cresce a dismisura a causa della pandemia. È vero che i dipendenti non sono stati licenziati ma delocalizzati. Tuttavia non possiamo restare in silenzio dinanzi a questa ingiustizia che ci ferisce come cittadini e come credenti. Il Signore possa essere luce per queste famiglie, ci aiuti a trovare la strada attraverso un dialogo onesto e coerente. Abbiamo tutti bisogno di segni concreti di speranza se vogliamo scambiarci, in questo tempo di prova, un sincero augurio di Buon Natale.”
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