Trekking e ricerca per svelare meraviglie e sentieri sepolti nel tempoda Agorà
Vico Equense - Raffaele Di Palma è un ingegnere aeronautico e lavora come responsabile dell'ufficio
Tecnologie e miglioramento produttivo per
una multinazionale americana a Pomigliano
d'Arco. Ma, come ogni uomo, ha più dimensioni.
E’ marito di Agnese e papà di Vincenzo.
Ama Vico Equense, il paese dove è nato 47
anni fa, i romanzi storici, il trekking e la fotografia.
Da queste passioni è nato un esperimento
narrativo per immagini, quello dei "nanometraggi" - come lui è solito chiamarli - che
raccontano il territorio equano.
Qual è il tuo rapporto con Vico Equense?
Ho imparato ad amare la mia terra perché la
mia famiglia, storicamente radicata nel territorio di Vico da generazioni, mi ha trasmesso geneticamente, oserei dire, la passione
per il posto dove viviamo.
Grazie ai miei studi e al mio lavoro, ho avuto
modo di spostarmi spesso e vivere per lunghi periodi all'estero (Polonia, USA, Canada, Svezia, Svizzera).
Ogni terra è ricca di storia e tradizione, ma il
mio legame con Vico è viscerale.
Ci hai abituato a suggestivi e inediti scorci
sul territorio vicano con i tuoi video. Quando è nata l’idea di riprendere questi luoghi?
Come dicevo nella mia presentazione, sono
molto legato al mio territorio e, nello stesso tempo, ho viaggiato e vissuto parecchio
all'estero: parlando con amici e colleghi
esteri mi sono reso conto che i nostri splendidi posti non erano affatto conosciuti, ma,
appena facevo vedere loro qualche foto, rimanevano a bocca aperta.
Per questo ho avuto l'idea di far conoscere i
miei, i nostri posti con dei filmati: dapprima
ho iniziato con qualche filmato più lungo,
poi, mi sono reso conto che, non era importante solo il contenuto ma anche la forma e
ho iniziato a fare dei 'nanometraggi', come
li chiamo io, di circa 1 minuto, dove faccio
vedere le meraviglie del posto e, nello stesso
tempo, lascio spazio alla curiosità dell'osservatore per vedere dal vivo il posto.
Cosa cerchi di "catturare" e trasmettere nei
paesaggi che ritrai?
La maggior parte dei miei filmati riprendono zone poco conosciute del territorio di
Vico, lontane dai normali circuiti turistici e
poco frequentate.
Un po’ perchè sono amante della solitudine
che, parafrasando Seneca, è un ottimo cibo
per lo spirito, ma soprattutto, perchè vorrei
far conoscere posti che in passato erano vissuti, direi quasi affollati.
Mi piace fermarmi e pensare che sto guardando quei posti allo stesso modo dei miei
nonni e di tutte le generazioni passate. Cerco di trasmettere, in questo modo, tutto l'amore che i nostri avi hanno usato nel prendersi cura di questi posti.
Ovviamente non mi limito a filmare zone
belle paesaggisticamente ma cerco di trovare anche strutture ed elementi artistici che
rischiano di essere definitivamente dimenticati e, in questo caso, il mio obiettivo è di
tramandarne la memoria anche visiva.
Nei video si possono ammirare zone che
non sono facilmente raggiungibili. Cosa ti
porta ad esplorarle?
Alcune zone sono difficilmente raggiungibili proprio perchè, come dicevo, ce ne stiamo
dimenticando, e i percorsi per raggiungerli
stanno diventando sempre più difficili.
Avendo come faro la sicurezza personale
parto all'esplorazione, dopo essermi documentato con mappe, per non far cadere
l'oblio su posti e manufatti che hanno contribuito a costruire il nostro presente.
Ovviamente non nascondo che c’é una
grande soddisfazione nel raggiungere posti
di cui avevo solo sentito parlare dai miei genitori, dai miei nonni o di cui avevo letto sui
libri di storia locale.
C’è un luogo di Vico che dovrebbe essere
"raccontato" di più?
Vico è un paese eccezionale dal punto di
vista naturalistico e paesaggistico: in poco
meno di mezz’ora si passa dal livello del
mare agli oltre 1000 m di Faito.
Nello stesso tempo si incunea tra due
coste stupende: la costiera amalfitana e la
penisola sorrentina.
Questo è il motivo per cui credo che non ci
sia un posto particolare da 'raccontare ma
tutti meritano di essere raccontati… forse
questa è la differenza di prospettiva: non
focalizzarsi solo sui ‘luoghi comuni' di Vico
ma scoprire in ogni frazione, in ogni borgo
le sue peculiarità paesaggistiche e culturali:
per me anche la storia di un pozzo, di un'edicola votiva possono rappresentare un bagaglio storico-culturale da poter tramandare
ai nostri figli.
Nei video che condividi sono presenti numerosi riferimenti alla toponomastica.
Come si alimenta il tuo lavoro di ricerca?
Come dicevo, prima di partire per una delle
mie escursioni cerco di documentarmi sia a
livello cartografico, tramite l'uso di mappe
sia cartacee che trovate sul web, sia a livello
storico-culturale sul posto da 'esplorare’.
Per questo tipo di ricerca è importante l'apporto del web: cerco eventuali fotografie
storiche del posto, scritti. Continuo con quelle che sono le fonti, per
me, piú importanti e genuine: le storie e le
memorie raccontate dalle persone più anziane che hanno vissuto questi posti in tempi in cui tutto era diverso, a tal proposito
il mio faro più importante sono mio padre
Vincenzo e mia mamma Rosa.
E proprio da loro apprendo i nomi con cui
in tempi passati venivano indicati questi
luoghi, nomi che poi tendo a concretizzare
con l'esperienza visiva del nanometraggio.
Capo d'Acqua, Monte Pezzuli, Vena Felices
Acquolella... nomi che fanno sempre riferimento ad una caratteristica fisica, geologica
del posto da scoprire.
C’è un video a cui sei particolarmente legato?
Potrei dire: quello che ancora non ho fatto e,
nello stesso tempo, tutti quelli che ho girato... questo perchè cerco sempre di evolvermi e usare stili e tecnologie sempre nuove
e diverse per favorire anche l'attenzione del
pubblico e aumentare la sensibilità delle
persone a mantenere intatti posti così belli.
Uso ogni video realizzato come punto di
partenza per il prossimo.
Se proprio dovessi scegliere, ci sono due video a cui sono affezionato particolarmente: il primo è quello di Capo d'Acqua (
https://www.youtube.com/watch?v=VhZNLQuPkA8) e l’altro è
quello dell'Acquolella (
https://www.youtube.com/watch?v=ROHkeHEHnrM), ci sono affezionato perchè mostrano due posti molto cari ai miei
genitori e alla mia famiglia.
Ogni volta che li guardo mi provocano emozioni nuove che mi tanno ritornare ad epoche passate.
Hai mai pensato di trasformare questa
passione in una professione?
Qualche volta l'idea mi è balzata per la testa
tuttavia, come dicevo, la mia professione è
tutt'altro e lì impegno tutte le mie risorse.
Sono anche convinto che trasformando
questa passione in una professione (oltre
alla necessaria formazione tecnica) probabilmente sarei costretto ad ingabbiare la
mia inventiva, la mia iniziativa, quella che
per me, nel mio piccolo è la mia 'arte’, in canoni economici e stilistici in cui potrei non
ritrovarmi.
In fin dei conti come diceva Matisse: Ogni
artista è un esploratore…
Link: Facebook https://www.facebook.com/raffaele.dipalma74; YouTube https://www.youtube.com/user/rafdipalma74
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