martedì 22 febbraio 2022

Vico Equense. Raffaele Di Palma “Con i miei video recupero memoria e luoghi”

Trekking e ricerca per svelare meraviglie e sentieri sepolti nel tempo

da Agorà 

Vico Equense - Raffaele Di Palma è un ingegnere aeronautico e lavora come responsabile dell'ufficio Tecnologie e miglioramento produttivo per una multinazionale americana a Pomigliano d'Arco. Ma, come ogni uomo, ha più dimensioni. E’ marito di Agnese e papà di Vincenzo. Ama Vico Equense, il paese dove è nato 47 anni fa, i romanzi storici, il trekking e la fotografia. Da queste passioni è nato un esperimento narrativo per immagini, quello dei "nanometraggi" - come lui è solito chiamarli - che raccontano il territorio equano. Qual è il tuo rapporto con Vico Equense? Ho imparato ad amare la mia terra perché la mia famiglia, storicamente radicata nel territorio di Vico da generazioni, mi ha trasmesso geneticamente, oserei dire, la passione per il posto dove viviamo. Grazie ai miei studi e al mio lavoro, ho avuto modo di spostarmi spesso e vivere per lunghi periodi all'estero (Polonia, USA, Canada, Svezia, Svizzera). Ogni terra è ricca di storia e tradizione, ma il mio legame con Vico è viscerale. Ci hai abituato a suggestivi e inediti scorci sul territorio vicano con i tuoi video. Quando è nata l’idea di riprendere questi luoghi? Come dicevo nella mia presentazione, sono molto legato al mio territorio e, nello stesso tempo, ho viaggiato e vissuto parecchio all'estero: parlando con amici e colleghi esteri mi sono reso conto che i nostri splendidi posti non erano affatto conosciuti, ma, appena facevo vedere loro qualche foto, rimanevano a bocca aperta. Per questo ho avuto l'idea di far conoscere i miei, i nostri posti con dei filmati: dapprima ho iniziato con qualche filmato più lungo, poi, mi sono reso conto che, non era importante solo il contenuto ma anche la forma e ho iniziato a fare dei 'nanometraggi', come li chiamo io, di circa 1 minuto, dove faccio vedere le meraviglie del posto e, nello stesso tempo, lascio spazio alla curiosità dell'osservatore per vedere dal vivo il posto.


Cosa cerchi di "catturare" e trasmettere nei paesaggi che ritrai? La maggior parte dei miei filmati riprendono zone poco conosciute del territorio di Vico, lontane dai normali circuiti turistici e poco frequentate. Un po’ perchè sono amante della solitudine che, parafrasando Seneca, è un ottimo cibo per lo spirito, ma soprattutto, perchè vorrei far conoscere posti che in passato erano vissuti, direi quasi affollati. Mi piace fermarmi e pensare che sto guardando quei posti allo stesso modo dei miei nonni e di tutte le generazioni passate. Cerco di trasmettere, in questo modo, tutto l'amore che i nostri avi hanno usato nel prendersi cura di questi posti. Ovviamente non mi limito a filmare zone belle paesaggisticamente ma cerco di trovare anche strutture ed elementi artistici che rischiano di essere definitivamente dimenticati e, in questo caso, il mio obiettivo è di tramandarne la memoria anche visiva. Nei video si possono ammirare zone che non sono facilmente raggiungibili. Cosa ti porta ad esplorarle? Alcune zone sono difficilmente raggiungibili proprio perchè, come dicevo, ce ne stiamo dimenticando, e i percorsi per raggiungerli stanno diventando sempre più difficili. Avendo come faro la sicurezza personale parto all'esplorazione, dopo essermi documentato con mappe, per non far cadere l'oblio su posti e manufatti che hanno contribuito a costruire il nostro presente. Ovviamente non nascondo che c’é una grande soddisfazione nel raggiungere posti di cui avevo solo sentito parlare dai miei genitori, dai miei nonni o di cui avevo letto sui libri di storia locale. C’è un luogo di Vico che dovrebbe essere "raccontato" di più? Vico è un paese eccezionale dal punto di vista naturalistico e paesaggistico: in poco meno di mezz’ora si passa dal livello del mare agli oltre 1000 m di Faito. Nello stesso tempo si incunea tra due coste stupende: la costiera amalfitana e la penisola sorrentina. Questo è il motivo per cui credo che non ci sia un posto particolare da 'raccontare ma tutti meritano di essere raccontati… forse questa è la differenza di prospettiva: non focalizzarsi solo sui ‘luoghi comuni' di Vico ma scoprire in ogni frazione, in ogni borgo le sue peculiarità paesaggistiche e culturali: per me anche la storia di un pozzo, di un'edicola votiva possono rappresentare un bagaglio storico-culturale da poter tramandare ai nostri figli. Nei video che condividi sono presenti numerosi riferimenti alla toponomastica. Come si alimenta il tuo lavoro di ricerca? Come dicevo, prima di partire per una delle mie escursioni cerco di documentarmi sia a livello cartografico, tramite l'uso di mappe sia cartacee che trovate sul web, sia a livello storico-culturale sul posto da 'esplorare’. Per questo tipo di ricerca è importante l'apporto del web: cerco eventuali fotografie storiche del posto, scritti. Continuo con quelle che sono le fonti, per me, piú importanti e genuine: le storie e le memorie raccontate dalle persone più anziane che hanno vissuto questi posti in tempi in cui tutto era diverso, a tal proposito il mio faro più importante sono mio padre Vincenzo e mia mamma Rosa. E proprio da loro apprendo i nomi con cui in tempi passati venivano indicati questi luoghi, nomi che poi tendo a concretizzare con l'esperienza visiva del nanometraggio. Capo d'Acqua, Monte Pezzuli, Vena Felices Acquolella... nomi che fanno sempre riferimento ad una caratteristica fisica, geologica del posto da scoprire. C’è un video a cui sei particolarmente legato? Potrei dire: quello che ancora non ho fatto e, nello stesso tempo, tutti quelli che ho girato... questo perchè cerco sempre di evolvermi e usare stili e tecnologie sempre nuove e diverse per favorire anche l'attenzione del pubblico e aumentare la sensibilità delle persone a mantenere intatti posti così belli. Uso ogni video realizzato come punto di partenza per il prossimo. Se proprio dovessi scegliere, ci sono due video a cui sono affezionato particolarmente: il primo è quello di Capo d'Acqua (https://www.youtube.com/watch?v=VhZNLQuPkA8) e l’altro è quello dell'Acquolella (https://www.youtube.com/watch?v=ROHkeHEHnrM), ci sono affezionato perchè mostrano due posti molto cari ai miei genitori e alla mia famiglia. Ogni volta che li guardo mi provocano emozioni nuove che mi tanno ritornare ad epoche passate. Hai mai pensato di trasformare questa passione in una professione? Qualche volta l'idea mi è balzata per la testa tuttavia, come dicevo, la mia professione è tutt'altro e lì impegno tutte le mie risorse. Sono anche convinto che trasformando questa passione in una professione (oltre alla necessaria formazione tecnica) probabilmente sarei costretto ad ingabbiare la mia inventiva, la mia iniziativa, quella che per me, nel mio piccolo è la mia 'arte’, in canoni economici e stilistici in cui potrei non ritrovarmi. In fin dei conti come diceva Matisse: Ogni artista è un esploratore… 

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