giovedì 12 gennaio 2023

"Le spiagge libere sono poche" associazioni contro la Regione

Il piano approvato dalla giunta prevede il 30 per cento di lidi pubblici. Insorgono cittadini e ambientalisti: "È una percentuale troppo bassa. É un nostro diritto: il mare è un bene comune" 

di Marina Cappitti da La Repubblica Napoli 

Il 30% di spiagge libere. Lo stabilisce il nuovo piano della Regione. Una decisione che vede contrarie le associazioni di cittadini e quelle ambientaliste, pronte ad opporsi. Il Puad (Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo) approvato dalla giunta dovrà poi passare in Consiglio per diventare definitivo. Mai Comuni campani e le associazioni di categoria hanno tempo fino al 6 marzo per inviare osservazioni. Alcuni già lavorano su questo, contestando in primis la bassa percentuale riservata alle spiagge libere e gratuite. «La percentuale precedentemente prevista era del 20% - si difende l'assessore regionale all'Urbanistica Bruno Discepolo - quindi l'abbiamo aumentata. Anche il nostro auspicio è raggiungere una percentuale più alta, ma non era possibile fare di più per due ragioni: da una parte la morfologia delle nostre coste che non hanno tratti lunghi e dall'altra per le esistenti concessioni demaniali per cui si è in attesa della riforma nazionale». Non la pensano così le associazioni locali guardando ad altre realtà come la Puglia, dove la percentuale è del 60%. Monta la protesta soprattutto considerando rincari ed aumenti che già mettono in ginocchio le famiglie.


 

«Da anni ci battiamo per far rispettare il diritto al mare che è un bene comune come l'acqua. Ci aspettavamo - afferma il presidente di Federconsumatori Giovanni Berritto - almeno il 40%. Già l'anno scorso abbiamo constatato l'aumento dei prezzi di ombrelloni e lettini oltre il 15%, ora con i rincari il mare diventerà un lusso. Anche per questo bisognava fare di più. Invece notiamo un certo disinteresse da parte delle amministrazioni su questo tema, come rileva anche la mancanza di controlli. Spesso c'è un uso arrogante delle spiagge fino ad arrivare a situazioni come in Costiera dove alcuni spazi vengono arbitrariamente riservati ai residenti». Inoltre spesso le spiagge libere sono in aree inquinate o di serie B, come rilevato da Legambiente. Proprio per questo la Regione ha però previsto nel piano una specifica indicazione sulla localizzazione delle aree a libera fruizione «che devono essere in prossimità dei centri abitati, facilmente accessibili e con caratteristiche ambientali, paesaggistiche e di balneazione tali da garantire tratti di costa di pari pregio e bellezza». Resta «la necessità nel piano varato dalla Regione di ristabilire - commenta il responsabile scientifico di Legambiente Campania, Giancarlo Chiavazza una più equilibrata e consona ripartizione tra le aree in concessione e quelle libere». Non solo critiche, si lavora già anche alle proposte. «Bisognava avere più coraggio con almeno il 40% - sottolinea l'ex assessore al Mare del Comune, oggi presidente dell'associazione Terra Mare Motus, Daniela Villani - Nelle nostre osservazioni suggeriremo che almeno sia garantito nei lidi un doppio accesso così che i cittadini possano raggiungere l'arenile e fare il bagno gratuitamente. Non è più immaginabile che un cittadino si senta in imbarazzo o debba chiedere come una cortesia quello che è un diritto già garantito dalla legge. Ricordo, inoltre che la Regione ha previsto lo psicologo per i ragazzi: il mare è una risorsa importante anche per combattere la depressione dei giovani e non va negato». Tra le criticità, assi- L'assessore Discepolo si difende: "La percentuale precedente era del 20 %, l'abbiamo aumentata. E poi le nostre coste non hanno tratti lunghi" curare anche la pulizia delle spiagge libere. Nella scorsa amministrazione vi erano solo 40 addetti. «Per questo nel piano prevediamo spiagge libere attrezzate con la possibilità, non un obbligo, di usufruire di servizi a pagamento magari attraverso una convenzione tra Comuni e privati», dice Discepolo.

Nessun commento: