venerdì 29 marzo 2024

Storia, fede e tradizione il rito degli incappucciati

di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino

Penisola sorrentina - Storia, fede e tradizioni. Sono i tre elementi che caratterizzano i riti della Settimana Santa in penisola sorrentina. Un territorio che ha saputo coniugare l'aspetto religioso di manifestazioni che si ripropongono da secoli con un copione pressoché immutato con il richiamo che rappresentano per turisti provenienti da ogni angolo del mondo. Eventi che vedono la partecipazione di migliaia di persone tra donne e uomini, bambini ed anziani, tutti uniti da un fil rouge indissolubile: la Cristianità. Dal lunedì alla domenica di Pasqua, tra Vico Equense e Massa Lubrense, è un susseguirsi di appuntamenti che richiamano la Passione e morte di Gesù fino alla sua resurrezione. Uno dei momenti più toccanti è stato vissuto già l'altra sera a Piano di Sorrento con la rappresentazione storica delle ultime ore di vita del Cristo fino alla crocifissione. Ma le funzioni più rappresentative del sentimento popolare sono quelle in programma in queste ore con i cortei degli incappucciati che attraversano tutte le strade della Costiera esibendo i segni della Passione, i cosiddetti «martiri», accompagnati dal suono di struggenti marce funebri e dai canti eseguiti dalle corali. Un rituale antico che si tramanda dalla fine del 500. Ad ispirare le prime processioni in penisola sorrentina furono i frati gesuiti che nella sera del Giovedì Santo uscivano in visita penitenziale agli altari della Reposizione, quelli comunemente chiamati «sepolcri». Ai primi del 700 l'arciconfraternita di San Catello e della Morte di Sorrento, diede vita alla processione del Cristo Morto e dell'Addolorata. Ad essa guardarono tutte le altre congregazioni della zona che aggiunsero negli anni il secondo corteo del venerdì sera. 

IL PROGRAMMA 

Oggi le processioni degli incappucciati in linea generale sono tre. La prima è quella del giovedì sera e si svolge intorno alle 20, ha un aspetto molto eucaristico e celebra il mistero della cena, non viene portata alcuna statua, ad eccezione dei Giuseppini di Sant'Agnello che accompagnano il Cristo Orante nell'orto degli ulivi. La seconda processione è quella che si svolge a partire dalle 2 o le 3 nella notte tra il giovedì ed il venerdì mattina. Nel gergo popolare è la processione dell'Addolorata, della madre che va in cerca del figlio. L'ultima è quella del Cristo morto del venerdì sera che inizia intorno alle 20. In penisola sorrentina sono 41 le confraternite e di queste 21 quelle che danno vita ai cortei tra Giovedì e Venerdì Santo. Alcuni gruppi organizzano anche più di una processione nello stesso giorno. Per distinguersi cambiano i colori a seconda della confraternita o congregazione. E così abbiamo il bianco, il nero ed il rosso. L'arciconfraternita dell'Assunta e Monte dei morti a Vico Equense, è la più giovane di quelle in uscita il venerdì, nata una trentina di anni fa, è caratterizzata dal colore viola. Sono migliaia le persone che ogni anno si sottopongono ad un estenuante cammino che in alcuni casi può durare anche tre o quattro ore, circondati da un profondo silenzio imperniato di misticismo e religiosità popolare. Partecipare alla processione è spesso una tradizione di famiglia che si tramanda di generazione in generazione. Per entrare a far parte di una confraternita bisogna fare richiesta al consiglio di amministrazione che si esprime nel corso dell'assemblea. Solo una volta acquisito lo status di consorella o confratello si ottiene il saio.

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