giovedì 31 agosto 2017

Le fiamme assediano i monti Lattari

Il presidente del parco regionale: "Ci mandano velivoli non idonei per spegnere, non siamo secondi a nessun. Il Faito continua a bruciare, gli incendi toccano Pimonte. Il sindaco di Vico Equense: "Ci hanno abbandonato'' 

Fonte: Stella Cervasio da La Repubblica Napoli 

Quindici giorni di fuoco senza tregua. E un giallo: quello dell'Ericsson S64, il megaelicottero antincendi che ha sorvolato martedì, in piena furia di fuoco, il Faito e poi ha tirato via, senza sganciare i suoi 9.000 litri d'acqua che forse avrebbero messo fine ai roghi che dopo ore sono ancora accesi. L'avevano chiesto a gran voce i sindaci dei Comuni dei monti Lattari e anche il presidente del parco regionale, Tristano Dello Ioio. «A Moiano quel mezzo governativo è stato risolutivo. Continuano a mandarci velivoli inidonei», dice il sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore. «Il nostro parco non è secondo a nessuno», si adira Dello Ioio. Il presidente dell'area naturale dei Lattari ha perso il sonno e un po' anche le speranze e con lui anche il sindaco di Vico, sebbene al momento non più direttamente coinvolto come vittima dei roghi. Ma entrambi, e con loro i colleghi di Buonocore, rivolgono al governo un appello accorato a Roma: «Non abbandonate il Faito». Ieri nel pomeriggio il fuoco ha quasi raggiunto l'abitato di Pimonte. Nella frazione di Resicco ha lambito case e alberghi. Fino alle 20 hanno operato un Canadair e due elicotteri della Regione, che si sono approvvigionati per l'intera giornata nella vasca allestita nel campo sportivo di Pimonte. Ma non è bastato, purtroppo. Le fiamme che sembravano spente di sera, covavano sotto la brace e si sono riaccese la mattina dopo.


«Chiedo a tutti - dice il presidente del parco - di evitare le polemiche in questo momento in cui l'emergenza prevale. Mi auguro che sarà poi la magistratura a far luce su tutto l'accaduto, piromani e inadempienze». E forse anche sull'Ericsson che ha guardato l'incendio di lassù e se ne è volato via ci sarebbe qualcosa da accertare. «I volontari pensavano che il mezzo richiesto potesse arrivare e risolvere tutto - prosegue Dello Ioio per quello l'altro giorno hanno inscenato una protesta a Seiano». «A memoria d'uomo dalle nostre parti non si ricorda un incendio di simili proporzioni», dice il sindaco di Vico. «Siamo al quindicesimo giorno in cui il Faito brucia: il fuoco si è ricongiunto sul versante di Positano, dove tutto cominciò a giugno. Non è stato mai domato. E questo è assurdo. Il nostro grido si sente da giorni, e vale anche per quando cominceranno le piogge e si creeranno seri rischi di smottamenti e frane». Sono pronte le lettere per gli enti proprietari del Faito, Regione e Città metropolitana, e anche a valle, patrimonio di privati arriveranno le ordinanze che ingiungono la bonifica. Parco e sindaci chiedono per un giorno intero l'Ericsson, in Italia ce ne sono solo quattro e sono gestiti dalla Protezione civile: «Sarebbe un modo per risparmiare e mettere fine a questa distruzione - dice Dello Ioio il Canadair ha lavorato per dieci ore, costando 140 mila euro. Un Ericsson, che trasporta e sgancia più acqua di tutti, ne costa anche 50 mila, ma almeno lo spegnimento è definitivo e assicurato». Sono indignate le associazioni di appassionati del monte Faito. Pro Faito onlus: «L'incendio ha fatto un giro in tondo, dal 15 di agosto - dicono gli associati che vivono nella parte bassa della montagna - purtroppo la conformazione orografica ha favorito la diffusione dei roghi. Con il gruppo che si è formato sui social Faito For Fun, che cerca di evitare che i turisti fuggano dal parco dei Lattari, abbiamo lanciato l'iniziativa di pulire con tutti i volontari che aderiranno il sentiero di Cresta, che porta a San Michele. Sarebbe una perfetta barriera tagliafuoco naturale, se non fosse che la manutenzione lascia a desiderare e le chiome degli alberi si congiungono nella parte alta».

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