
«Avrei potuto trovare comodo riparo nelle liste del Pd. Ho scelto la coerenza e mi sono candidato nel Partito socialista. Ed è bello sottolineare che, dopo 15 anni, c’è un solo simbolo che riunisce le diverse anime socialiste».
Marco Di Lello, ex assessore regionale al Turismo e secondo in lista in Campania 1 dopo il leader Boselli, è in piena campagna elettorale. «Una campagna strana» commenta. Perché? «Perché si vuol far passare l’idea di voto inutile. Così si falsa l’intera competizione. Veltroni ha deciso di emarginare il voto socialista mentre noi abbiamo presentato una valida e credibile alternativa ai due distinti blocchi». Lei è il capolista campano per il Partito socialista, Stefano Caldoro lo è per il Popolo della Libertà. L’ex ministro si definisce socialista riformista. «Ma non è socialista. Anche io avrei potuto candidarmi senza rischiare nel Pd, ho scelto di potermi dire socialista. Ed è evidente che gli unici socialisti sono nella nostra lista». Ha guardato le liste degli altri? «Pdl e Pd si segnalano per l’assoluta sfiducia nei confronti della Campania. Non sono rappresentate le realtà locali, non c’è spazio per candidati giovani, per le donne. Sono esponenti calati dall’alto e spesso dal nord». In queste ore è scoppiato il caso di Alleanza riformista, emarginata nelle scelte del Pd. «Capisco il loro malessere. Hanno toccato con mano i criteri di scelta del Pd». Il Partito socialista ha avuto problemi a completare la lista? «Per nulla. Tanti hanno aderito volentieri al progetto. I nostri giovani non sono “inventati”, la presenza femminile è forte. E in molti sanno che si tratta di una presenza di testimonianza». Del vostro programma nazionale cosa serve di più alla Campania? «Le idee sull’istruzione e la formazione.
La Campania è giovane e ai giovani va affidato un paese basato sul merito». Lei è stato assessore con Bassolino. Questo è un voto che vale come test per
la Regione? «Sicuramente. Noi siamo all’opposizione e diciamo da tempo che bisogna tornare al voto anche per palazzo Santa Lucia. Dopo il voto potrà essere ancora più evidente».
(Salvo Sapio il Mattino)
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