venerdì 11 aprile 2008
Riceviamo e pubblichiamo
Vico Equense - Il restyling della Marina di Equa sta andando avanti e sinceramente lasciano sconcertati gli interventi che si stanno eseguendo. Nella piazzetta di Marina di Equa e lungo via Arcoleo si stanno riproducendo brutture degne del lungomare di S.Giovanni a Teduccio.Al posto del muretto, visibile già nelle foto del borgo del primo novecento è stata montata una bruttissima ringhiera di ferro: anonima e impietosamente sciatta. Il muretto, per quasi un secolo"luogo" sul quale era possibile stendersi a prendere il sole e sedersi a chiacchierare è stato sostituito da un "non-luogo"di sconsolante anomia. Le pietre vesuviane divelte, come sta succedendo altrove, per poi essere vendute per ville signorili sono state sostituite da basolato dell'Etna, sono stonate come stonato è tutto il restyling probabilmente fatto in questo modo solo per far piacere a qualcuno.Alcune domande necessarie: come mai il gazeebo su pali del ristorante Mustafà è rimasto dove stà, e perché la ringhiera si ferma proprio lì? E come mai tutte le strutture abusive nella piazzetta sono rimaste lì intoccate pur sapendo che insistono su un´area DEMANIALE?. Mi piacerebbe avere qualche risposta, ma certamente non ne riceverò.Le cose vanno in questo modo a Vico Equense favoritismo e sciattezza. Quel muro andava lasciato come stava. Mi dispiace per Salvatore Dubbiosi, che è il progettista, ma quell'anonima ringhiera è il tipico "non luogo":è brutta, un po' come tutto il restauro.Ma forse non ho gli strumenti per valutare il progetto? Forse, ma certamente dico che è discutibile tutta l'operazione. Naturalmente voler cercare un intervento della Soprintendenza è ormai solo un pio desiderio. (Franco Cuomo)
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4 commenti:
Caro Franco, non solo sono d'accordo, ma ero già d'accordo prima avendo scritto più o meno le stesse cose in un post precedente.
Il problema in questi casi non è fare una grande architettura o un colpo brillante di progetto ubano, ma fare semplicemente una cosa a regola d'arte o, ancora più banalmente, la stessa cosa che si sarebbe fatta a casa propria.
Anche a me dispiace per il buon Salvatore Dubbiosi, ma l'attacco fatto alla sua professionalità è certamente compensato dal danaro preso per l'incarico professionale che gli è stato elargito da amici senza concorso e senza confronto di idee.
L'unica cosa sbagliata è il paragone con S.Giovanni a Teduccio: nemmeno lì trasformazioni del genere si farebbero senza una gara di progettazione o, quantomeno, si chiamerebbe un progettista amico ma di chiara fama, come fa sempre il comune di Napoli.
Tra qualche anno, con un po' più di sale in zucca e con altri amministratori, si smonterà tutto e si ricostruirà muretto e quant'altro.
Che dire: che fraveca e sfraveca nun perde mai tiempo...!
Pino Porta
@lla redazione
grazie.
franco cuomo
Ed il mare intanto è sempre più marrò....
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