lunedì 28 aprile 2008

Capigruppo

L’elezione dei capigruppo del Pd è prevista per lunedì 5 maggio: Bersani, a meno di colpi di scena, sarà candidato alla Camera. Nonostante Walter Veltroni abbia espresso la sua preferenza per la conferma (una sorta di prorogatio) degli uscenti Antonello Soro e Anna Finocchiaro fino alle europee del 2009. «È arrivato il momento - spiega Bersani in questi giorni - di un confronto aperto. Non serve edulcorare la realtà. Rimescolarci è la prima condizione di verità». Certo, sul domani del Pd incombe l’esito del ballottaggio di Roma. Una sconfitta sarebbe pesantissima. Al loft sono convinti che, se vincerà Rutelli, il piano di Veltroni per i capigruppo alla fine prevarrà e verrà poi suggellato dall’elezione di Franco Marini a presidente del Pd: solo la sconfitta di Roma darebbe a Bersani la forza di travolgere quel sistema di equilibri tra veltroniani, popolari e altre componenti che oggi sostiene la prorogatio. Nulla però irrita Bersani più di queste congetture. Viceversa una sconfitta aprirebbe scenari per tutti non prevedibili. Il metodo che Bersani ha suggerito a Veltroni è di nominare un comitato di tre-quattro persone e consultare, uno ad uno, tutti i 217 deputati del Pd. Se una parte del gruppo indicherà il suo nome, Bersani affronterà lo scrutinio segreto. Veltroni ha detto ieri all’Unità che la scelta appartiene comunque all’«autonomia» dei gruppi parlamentari. E che i nomi di cui si parla gli «vanno tutti bene».

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