
Il Pd si interroga sull’opportunità di andare al congresso provinciale con un’intesa su un candidato unico. Oggi è in programma una riunione dell’esecutivo con il coordinatore
Emma Giammattei: all’ordine del giorno il regolamento sullo svolgimento del congresso in programma a luglio, da sottoporre lunedì alla direzione provinciale. L’esecutivo sarà preceduto da una riunione segreta e ristretta che verrà effettuata probabilmente nella sede dei Riformisti coraggiosi in via Toledo. A sollecitarla c’è l’ex ministro e deputato
Luigi Nicolais. Attorno al tavolo tutti i vertici della varie anime che compongono il variegato universo del Pd campano: da una parte l’area dei bassoliniani che fa capo all’assessore regionale
Andrea Cozzolino, i superstiti demitiani guidati da un altro assessore regionale
Angelo Montemarano, i riformisti coraggiosi con l’europarlamentare
Andrea Losco e il deputato
Donato Mosella e la componente della sinistra con
Ciro Cacciola e
Massimo Paolucci; dall’altra, le tre componenti che sostennero l’elezione della Giammattei: lo stesso Nicolais, al quale si è affiancato il collega deputato Eugenio Mazzarella, e il deputato Salvatore Piccolo. Assente soltanto l’area-Iannuzzi. Al tavolo si svolgerà il confronto tra chi vuole andare al voto in congresso provinciale con la possibilità di scegliere fra più candidati e chi (come il gruppo Nicolais, Mazzarella, Piccolo) preferirebbe la ricerca di un accordo su un nome solo: in prima battuta
la Giammattei oppure, se proprio la riconferma apparisse una strada proibitiva, l’ex deputato non ricandidato Mimmo Tuccillo (in questo caso verrebbe offerto comunque alla Giammattei un ruolo di primo piano). Intanto la componente socialista annuncia di voler chiedere in direzione un azzeramento degli assetti attuali e il ricorso alle primarie: «Alleanza Riformista - spiegano in una nota Roberto De Masi e Felice Iossa, rispettivamente vice-presidente e presidente regionale campano di Ar - chiede la diretta elezione del segretario provinciale per dare stabilità al partito, per poterlo radicare sul territorio e riaprire così un forte dialogo con la gente. Bisogna sottrarlo dai giochi delle aree: le alleanze per le sue elezioni vanno fatte a monte e non a valle». Di nuovo le primarie? Pare che anche qualche altro ci pensi, come nell’area-Montemarano. Per ora però non è completato. L’iter piuttosto prevede che nelle assemblee cittadine di giugno si votino i segretari e i 200 delegati che completeranno la platea dei 400 già eletti: saranno in 600 ad eleggere il segretario provinciale del Pd.
(cor.cas. il mattino)
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