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Dice
Pierluigi Bersani: «C´è un fiume, e noi di Red vogliamo essere un prezioso affluente». Alla prima uscita però, ieri sera in un hotel napoletano, l´affluente si presenta con una portata d´acqua non proprio da rigagnolo. Circa cinquecento i presenti, e soprattutto fra varie aree del Pd, e non solo da Napoli, ma anche da altre province. Quasi al completo gli ex ds, a cominciare dal presidente della Regione
Antonio Bassolino, che entra in sala, salutato con applauso da Bersani, proprio mentre quest´ultimo sta affondando il partito liquido che fu di Veltroni. Impossibile non cadere in tentazione e misurare la forza dell´assemblea in chiave di leadership dalemiana in antitesi alle difficoltà veltroniana. «Non siamo una corrente, non aspiriamo a una quota negli incarichi direttivi», dice
Enzo Amendola nella relazione. In effetti l´estensione trasversale dei presenti identifica più un nucleo del futuro partito che un suo semplice settore. Dall´area Quercia arrivano gli annunciati assessori regionali
Cozzolino e
Cascetta, ma anche i provinciali
Allodi e
Cortese e il comunale
Mola. Ma si vedono anche
Uberto Siola e
Enzo Siniscalchi, molti consiglieri comunali, vecchia guardia di sinistra come
Enrico Pelella e gli uomini di "Mezzogiorno Europa" vicini a Napolitano. Poi i sindacalisti
Gravano e
Libertino, i socialisti
America, Iossa e
Demasi, amministratori come
Muratore e
Hubler, intellettuali a sorpresa come
Nicola Pagliara, ambientalisti come
Savarese, Del Giudice e
Attanasio, lo sturziano
Paolo Colonna. Ci sono anche uomini che hanno eletto di recente Luigi Nicolais alla guida del partito napoletano, come
Aldo Cennamo, gli
Impegno padre e figlio, il lettiano
Lepore. E poi qualche ex popolare, come
Tremante, Bocchetti, Gaudino, Casillo. Insomma quasi tutti, con la sensazione che molti vengano a saggiare la scialuppa sulla quale il Pd potrebbe riprendere il largo dopo la batosta elettorale. Però Bersani continua a negare che sia in ballo la guida del partito: «Quello lo stiamo organizzando tutti insieme. Poi vengono le associazioni, che devono anche rimescolare le acque, altrimenti siamo sempre al bibì e bibò fra Ds e Margherita. I Red puntano a iniziative che recuperino molta gente, diciamo pure da partito popolare, che tenta una discussione di massa. Magari, anche se può sembrare paradossale, l´essere all´opposizione ci favorisce in questo». Ci sarebbe il piccolo problema che in Campania invece il partito è al governo, un governo a cui però molti di recente, specie dopo la crisi rifiuti, hanno chiesto un rinnovamento. «Decideranno i campani - taglia corto Bersani - ora noi dobbiamo pensare prima a organizzare il partito». Conferma
Paolo De Castro: «Saranno i dirigenti del Pd locale a dibattere dell´innovazione necessaria. Noi vogliamo dare un contributo sui temi, organizzare incontri ad esempio sul nucleare, sul federalismo, sui problemi alimentari». Insomma una cosa è l´associazione, altra è la dirigenza del partito. E infatti non si vedono né Nicolais né il segretario regionale Tino Iannuzzi. Quanto a Bassolino, si adegua: «È una buona idea. Il mio augurio è che sia un segno di buona politica e induca una forte partecipazione. Non si tratta di sostituirsi al partito, ma di fare da stimolo. E speriamo dunque che vengano altre iniziative del genere, anche al di fuori della stretta contingenza politica».
(Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
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