venerdì 25 luglio 2008

Quella vignetta su Libero

La vignetta di Lele apparsa ieri su Libero esprime bene gli umori diffusi nella pancia dell'elettorato di destra. Un Berlusconi sorridente e solerte, in tuta azzurra da netturbino, spinge la sua carriola piena di pattume, dalla quale sporgono i volti stanchi e corrucciati di Bassolino e della Iervolino. Il contenuto e soprattutto il titolo, «I rifiuti di Napoli», lasciano pochi dubbi sulla strategia che il quotidiano milanese ritiene indispensabile per ripulire davvero la nostra città. Secondo i sentimenti di una fetta significativa di opinione pubblica settentrionale e non, dopo tutto quello che è successo nelle strade della Campania, l'allegra operosità del presidente del Consiglio non potrà dire di aver ultimato l'opera, senza ripulire la città e la regione dalla vecchia classe dirigente, rottamando la fallimentare inefficienza di governatore e sindaca. Posizione brutale, in cui trovano soddisfazione gli auspici viscerali di tutti quelli che non vedono l'ora di sbarazzarsi di Bassolino e della Iervolino. Ma proprio su questo piano Berlusconi sta deludendo le loro aspettative, e la vignetta pubblicata da Libero è la manifestazione diretta di questo malcontento. Che per una volta cambia bersaglio, e invece di colpire il pressappochismo o la pigrizia dei meridionali, invece di stigmatizzare il perbenismo di sinistra infarcito dei luoghi comuni del politicamente corretto, se la prende direttamente con la strategia attendista del presidente del Consiglio, accusandolo di puntellare il traballante potere del centrosinistra campano. In realtà, ora come ora, Berlusconi non mira a scalzare Bassolino e la Iervolino. Finita la campagna elettorale, non gli interessa delegittimare i vertici delle istituzioni locali. Li riceve, magari li scavalca, incassa i loro complimenti e le profferte di «collaborazione istituzionale », ma non mira a farli cadere subito. All'occorrenza, non manca di ribadire che sono loro i principali responsabili del disastro: in ogni caso, però, il suo bersaglio non sono le loro poltrone, ma l'emergenza da cui bisogna uscire obbligando a darsi da fare tutte le istituzioni locali. Senza dubbio, se l'immagine di Napoli risale la china, di fatto ciò rinforza anche Bassolino e la Iervolino. I quali, però, brillano solo di luce riflessa. Chi li ha visti sul punto di crollare, freme di rabbia al pensiero della loro inopinata rinascita. La pancia del centrodestra vorrebbe una rivalsa immediata. La strategia del capo è più raffinata. Sarà difficile metterle d'accordo. (Fabio Ciaramelli da il Corriere del Mezzogiorno)

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