venerdì 18 luglio 2008
La storia della canzone napoletana
Vico Equense - Gabriele D´annunzio ne scrisse una " a vucchella", mentre sorseggiava un caffè al bar Gambrinus di Napoli. Lui è solo uno degli autori della sconfinata raccolta della canzone napoletana. E sarà proprio questo i il tema del quarto appuntamento di "Libri Sotto le stelle" in svolgimento presso la struttura turistica Le Axidie di Seianio a Vico Equense. Sabato 19 luglio, alle ore 21,00, la rassegna, curata da Angelo Ciaravolo, consigliere nazionale dell´Ordine dei Giornalisti, vedrà in scena il giornalista-scrittore Carmelo Pittari, autore de “La storia della canzone napoletana”, edito dalla Baldini Castoldi Dalai. Sarà accompagnato dalle note del cantante-chitarrista Gianni Festinese. Il libro rappresenta un viaggio suggestivo dalle origini della canzone napoletana, fino all´«epoca d´oro», a cavallo del Novecento, quando s´impone la poesia in vernacolo dei più grandi poeti: Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Giovanni Capurro, Ernesto Murolo, E. A. Mario, Libero Bovio, Raffaele Viviani. Un´occasione per conoscere i segreti di un´arte che ha varcato i confini, temporali e spaziali, rendendo celebri la città ed il popolo partenopeo e riuscendo a comunicare passioni e sentimenti universali. L´autore, profondo conoscitore della cultura partenopea, con toni colloquiali e ricchi di aneddoti, segue l´evolversi di un genere, che dalle forme anonime e popolari acquista sempre maggiore autorità e valenza artistica, dando i suoi migliori frutti negli anni che vanno dalla seconda metà dell´Ottocento ai primi decenni del Novecento. È l´«epoca d´oro», in cui vedono la luce successi dialettali intramontabili come ´O sole mio e Marechiare, ancora oggi cantati in tutto il mondo; ma sono anche gli anni di icone della canzone in lingua e patriottica come Signorinella e La leggenda del Piave.
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